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Pet therapy a Milano con il programma Ci vuole un amico

di Redazione Quattrozampe

Pet therapy

“Ci vuole un amico” è il nome del progetto pilota di pet therapy a Milano che in sei mesi ha assistito oltre 300 bambini al Fatebenefratelli di Milano. Qui, oltre alla cura, si gioca col proprio cane.

Brambilla: “Urge una legge”

Sono oltre trecento i bambini ospiti della Casa pediatrica del “Fatebenefratelli” di Milano inseriti nel progetto innovativo di pet therapy avviato sei mesi fa con la onlus Frida’s Friend.

Si tratta dell’iniziativa “Ci vuole un amico”, che consente ai pazienti ricoverati nel reparto pediatrico dell’ospedale milanese di avere uno spazio per interagire con i propri animali domestici e di usufruire (in convenzione con Frida’s Friends onlus) di un servizio di pet therapy.

Insieme al loro cane di famiglia

Per la prima volta un’azienda ospedaliera ha messo a disposizione dei bambini che vogliono “giocare” con il loro cane un’area recintata e attrezzata, di sei metri per due, con tappeto di erba artificiale lavabile, mangiatoia in acciaio per cibo ed acqua, doccetta per la pulizia, paletta e contenitore per le deiezioni.

Non un locale di ricovero, dunque, ma un vero e proprio “spazio per il gioco” nel giardino antistante la Casa Pediatrica, dove il piccolo paziente potrà recuperare una parte della sua “normalità” quotidiana con l’amico a quattro zampe. Il tutto nel pieno rispetto della sicurezza e delle basilari norme di igiene.

Pet therapy a MilanoBenefici evidenti con la pet therapy a Milano

I piccoli pazienti stanno traendo bene ci e sono sotto attenta osservazione.

I primi risultati del progetto sono stati illustrati lo scorso aprile durante una conferenza stampa presieduta dall’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, con il professor Luca Bernardo, direttore della Casa Pediatrica e Mario Colombo presidente di “Frida’s Friends”.

Gli animali fanno bene

“È ormai assodato, e lo dicono anche le esperienze compiute in questa sede”, commenta la presidente Brambilla, “che il contatto e l’interazione con gli animali domestici generano benessere e migliorano la qualità della vita delle persone, sia dal punto di vista fisico che da quello psicologico”.

Poi aggiunge: “Sulla pet therapy è stato compiuto un lavoro importante a livello nazionale, con l’approvazione di un documento del comitato di bioetica, l’attivazione di un centro di referenza nazionale e il recente rapporto su Attività e terapie assistite con animali e la relativa proposta di linee guida”.

Pet therapy a Milano

Pet therapy come “coterapia”

Tuttavia, per definire figure professionali, standard e procedure, Brambilla auspica una legge nazionale che ancora non c’è e che chiede al Parlamento di discutere.

Il mio contributo”, precisa la parlamentare, “è una proposta di legge, già depositata, che mira a superare lo spontaneismo, magari generoso, ma pericoloso, e a tutelare adeguatamente pazienti, operatori e animali. La pet therapy, infatti, non è e non può essere ‘sfruttamento’ degli animali, ma una forma dolce di coterapia che riconosce la loro la capacità di stabilire un rapporto emozionale profondo con gli esseri umani”.

La proposta di legge

Disciplina delle attività e delle terapie assistite dagli animali

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Il testo proposto dall’on. Michela Vittoria Brambilla (Atto Camera 313 “Disciplina delle attività e delle terapie assistite dagli animali”) distingue tra “Attività assistite dagli animali” (Aaa), cioè “interventi relazionali di tipo educativo, didattico, formativo e ricreativo realizzati da gruppi di lavoro qualificati e “Terapie assistite dagli animali” (Taa) vere e proprie terapie necessariamente praticate con l’intervento del medico.

Prevede l’istituzione di una commissione nazionale, composta da esperti delle varie discipline coinvolte, che definisca criteri, condizioni e requisiti per la valutazione dei progetti di Aaa e Taa, individui le figure professionali specifiche e le procedure standard ed elabori un regolamento da sottoporre al ministero della Salute.

Il testo vieta, comunque, di coinvolgere animali selvatici o esotici, cuccioli di età inferiore a un anno, animali anziani, femmine gravide, animali in condizioni patologiche. Agli animali deve essere sempre garantita una normale “vita in famiglia” con il proprietario/conduttore.

I bambini accompagnati dai cani si sentono più sicuri

Pet therapy a MilanoLa pet therapy funziona, assicura Bernardo. “Lo confermano i primi dati dello studio osservazionale che stiamo conducendo da oltre tre mesi. Nei momenti di maggiore stress, per esempio, durante un prelievo o prima di una visita, i bambini accompagnati dai cani terapeuti reagiscono meglio. Non parlo di impressioni, ma di parametri comportamentali e clinici, quali sudorazione, temperatura, battito cardiaco rilevati in presenza o in assenza degli amici a quattro zampe. Tra un anno avremo raccolto abbastanza materiale per una pubblicazione”.

Qui si gioca col cane di casa

Il direttore ricorda che la Casa pediatrica del Fatebenefratelli è all’avanguardia nel valorizzare tutte le potenzialità positive del rapporto tra i bambini e gli animali domestici.

Per quanto ne so”, sottolinea Bernardo, “questo è l’unico ospedale in Italia dove i piccoli degenti possono giocare un po’ con il cane di casa, in stanze destinate allo scopo. Stiamo addestrando anche un pony che regalerà qualche sorriso ai ragazzi trattati per traumi o disturbi comportamentali”.

Tutti cani recuperati da abbandoni

Tutti i cani coinvolti nella pet therapy a Milano”, aggiunge Colombo, “sono ‘recuperati’, con alle spalle storie di abbandono, randagismo o maltrattamenti, ed è bello pensare che siano oggi in grado di ‘recuperare’, a loro volta, bambini con problemi psicofisici anche gravi”.

Pazienti che i cani e gli operatori di Frida’s Friends assistono ogni mercoledì e giovedì dalle 8 alle 10.30.

 

 

 

di Lucrezia Castello
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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