Pancreatite acuta, una malattia davvero odiosa
La pancreatite acuta nel cane (le forme subacuto/croniche sono più frequenti nel gatto) è un vero spauracchio per i veterinari.
Il suo decorso è drammatico, poco prevedibile e spesso frustrante. Le cause predisponenti possono essere molte (dislipidemia, ostruzioni del dotto escretore da calcoli o neoplasie, abuso di alcuni farmaci, patologie endocrine).
Nel racconto dei proprietari, spesso, trova riscontro il consumo, occasionale o protratto, di pasti eccessivamente grassi e poco digeribili nel periodo precedente all’insorgenza. Non è un caso, infatti, che la frequenza di questa patologia aumenti di molto durante le festività.
Dal punto di vista fisiopatologico il passaggio principale è la caduta dei meccanismi difensivi che le cellule pancreatiche possiedono contro gli enzimi prodotti per la digestione degli alimenti, con conseguente attivazione di un vero e proprio processo di autodistruzione.
I soggetti più colpiti, statisticamente, sono le femmine obese di mezza età. I primi sintomi sono anoressia, vomito, depressione del sensorio, forte dolore addo- minale che può far prendere al cane la classica posizione “a preghiera”. Rara è la diarrea, perché la malattia produce spasmo dell’intestino.
Pancreatite acuta: sintomi e cure
All’esame clinico si avranno anche ipotensione, tachicardia, tachipnea e disidratazione. Se la pancreatite si protrae, dal terzo giorno, può comparire ittero per coinvolgimento epatobiliare. La diagnosi non è facilissima: la visita può far emergere solo un forte so- spetto, e la conferma si avrà tramite l’ecografia e le analisi di laboratorio.
Nel cane non ci sono “markers” del tutto specifici, per cui la conferma diagnostica si ha quando i vari indicatori tendono a collimare. La terapia prevede la massiccia somministrazione di fluidi, antibiotici, antidolorifici ed antiacidi. Il digiuno è un caposaldo quando il vomito risulti particolarmente violento e persistente.

La mortalità è piuttosto alta, ma negli ultimi anni, con i progressi fatti dalla terapia intensiva veterinaria, sono molti i soggetti che sopravvivono. In questi pazienti dovremo stare molto attenti a gestire il periodo post-pancreatite, perché ricadute e complicanze (diabete, colangio- epatite) sono molto frequenti.
Una dieta appropriata, a basso tenore di grassi (in commercio se ne trovano di ottime) sarà di grande aiuto per il mantenimento dello stato di salute dopo il superamento della malattia.
A cura di Alessandro Arrighi
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