Amicizia tra uomo e cane: Stefano e Ghigo
Abbiamo visto la storia incredibile dell’incontro tra Stefano e Ghigo e di come da quel momento sia iniziata una convivenza adorabile, un’amicizia tra uomo e cane meravigliosa e intensa, che li porta spesso a correre insieme. Vediamo ora il resto della storia, perché sebbene i due siano insieme, come tutte le storie appassionanti ha avuto anche questa momenti difficili.
Seguiamo le parole di Stefano, allora, che riprende il racconto dal giorno successivo a quello del loro incontro.
Vittima di abbandoni

All’improvviso si fa mogio mogio…
Due giorni dopo il nostro incontro, il mio amico Breton incomincia a comportarsi in modo strano.
È mogio mogio e con lo sguardo un po’ malinconico. In quei primi giorni mangiava anche poco, ma davo la colpa al caldo e alle “nuove” crocchette che gli proponevo. Mi dicevo: “Magari sino a ieri ha mangiato pasta alla amatriciana e involtini, come possono piacergli queste crocchette? Poi dal frigo prendo un wurstel di pollo e glielo do: lui, felice, se lo mangia. “Tutto bene”, mi dico, e mi tranquillizzo un po’. La mattina dopo, trovo del vomito sul pavimento. Do la colpa al wurstel del giorno prima e lo porto dal veterinario. Mai avrei immaginato quello che stava per accadere.
Grave emorragia interna
Ghigo è sempre più stanco e svogliato. Respira non troppo bene e non ha forze.

Aveva ingerito un boccone avvelenato
Mi sento gelare e la guardo attonito, lei capisce la mia paura, mi tranquillizza un po’ e mi dice che c’è bisogno di fare subito una trasfusione. Secondo lei probabilmente prima che ci incontrassimo, di certo spinto dalla fame, si era accontentato di mangiare qualche esca avvelenata per topi, trovata chissà dove. Questo tipo di veleno ha purtroppo un effetto silente ed è studiato per uccidere con un’azione inesorabile, ma poco evidente. Agisce sul sangue andando a modificarne la normale densità e nei cani il suo effetto può manifestarsi anche molti giorni dopo l’ingestione. Le conseguenze sono purtroppo delle emorragie interne molto gravi che, se non curate per tempo, risultano essere quasi sempre mortali. Mi faccio coraggio e cerco di capire bene le sue spiegazioni, quando mi dice che per la trasfusione avevamo pochissimo tempo e se non ci fossimo sbrigati, con molta probabilità, il cane sarebbe morto.
L’amicizia tra uomo e cane può finire?

SOS cercasi disperatamente sangue
Anche se spiego che è solo una donazione di sangue, senza alcuna conseguenza per il donatore (proprio come avviene per le donazioni “umane”), nessuno mi aiuta.
Solo due ragazze romene molto giovani mi dicono di sì, ma una volta tornati all’ambulatorio veterinario, la dottoressa scarta il cane perché pur essendo della taglia giusta, è ancora troppo giovane.
Trovo il donatore per strada

Il peggio è passato
Anche se il peggio è passato, la veterinaria mi spiega che avremmo avuto bisogno ancora di parecchi giorni di cure molto importanti. Specialmente i due immediatamente successivi alla trasfusione erano da considerarsi di prognosi riservata e per quarantotto ore almeno Ghigo doveva fare una puntura di vitamina K ogni quattro ore. Quei giorni sono stati duri, ma Ghigo è stato molto forte. Un piccolo cane da caccia che ha saputo fidarsi di me e che mi ha dato la possibilità di aiutarlo a diventare il fantastico amico a quattro zampe che adesso è.
A cura di Stefano Battaglini
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