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Come affrontare la perdita del nostro pet

di Redazione Quattrozampe

Abbracciare un gatto

Il momento più doloroso e triste è decisamente quello in cui dobbiamo dire addio al nostro pet. A molti di noi, purtroppo è già capitato e, dunque, si è maggiormente consapevoli di quanto sia sentita la perdita del compagno di una vita. Non pochi proprietari rinunciano a convivere con un altro cane e/o gatto per la paura di soffrire nuovamente, ma spesso la sofferenza viene alleviata con un’altra adozione.

La voglia di rimettersi in discussione, acquistando una nuova cuccia, nuove ciotole, spazzole, guinzaglio e collare ci ridà quell’energia di cui avevamo bisogno per andare avanti. La scelta del nuovo pet, in genere, è casuale perché i nostri cari, preoccupati per il nostro benessere si prodigano per trovare un batuffolo che ci conquisti al più presto il cuore, pensando che “uno valga l’altro”. Un consiglio saggio è quello di scegliere personalmente noi stessi il futuro pet, facendoci guidare dalle nostre emozioni e simpatie e, possibilmente, trovarlo tra i numerosi ospiti di canili e gattili.

Non facciamoci tentare dall’adottare un cucciolo di indubbia provenienza o che abbia meno di otto settimane di vita perché rischieremmo di incappare in un grave errore. Se siamo giovani, possiamo scegliere cuccioli di cani e/o di gatti particolarmente vispi, energici e giocherelloni; mentre, se siamo un po’ più avanti con gli anni, possiamo valutare l’adozione di animali che abbiamo un’età più adulta perché meno impegnativi nella loro gestione ed educazione soprattutto se hanno già vissuto per anni in un’altra abitazione.
Una raccomandazione: non cadiamo nel pregiudizio di confrontare l’aspetto, il carattere e i comportamenti del nuovo arrivato con il nostro pet appena scomparso, né di cercare un suo sosia; lo stesso vale per il nome.

Perderemmo già in partenza, rischiando di compromettere una potenziale convivenza, perché nessuno potrebbe tenere il confronto con un individuo speciale che ha vissuto con noi mille esperienze ed emozioni.
Quindi, lasciamoci andare in questa nuova avventura: apriamo il cuore a un nuovo amore!

Un esempio: come ho reagito quando ho perso Sophie, la mia adorata gatta

  • Ho perso da poco una delle mie tre gatte, Sophie.
  • Ho adottato due sorelline e un maschietto di sessanta giorni nell’oasi felina Azalea (Roma), chiamandoli Cloè, Josephine e Renè (nella foto).
  • Josephine ha all’interno il nome Sophie, perché sono simili ma non uguali!
  • Perché tre? Il vuoto era troppo grande. Ora siamo: una mamma, un papà, una bimba, un cane e cinque gatti e altri piccoli animali.

Gattini di Costanza De Palma

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di Costanza De Palma

Foto di Shutterstock

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