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Il buon esempio degli ospedali lombardi per avere gli animali in corsia

di Redazione Quattrozampe

Il buon esempio degli ospedali lombardi per avere gli animali in corsia

Anche gli animali d’affezione, dallo scorso anno, possono entrare negli ospedali lombardi. Questa importante novità merita qualche riflessione. La regione Lombardia ha infatti recepito e applicato la legge nazionale che regola l’accesso alle strutture ospedaliere dei visitatori a quattro zampe. I criteri per l’ammissione degli animali d’affezione sono stabiliti dall’art. 22 del regolamento regionale del 13 aprile 2017: l’accesso è consentito nei limiti e secondo le condizioni stabilite dalle strutture stesse, in base alla valutazione dei rischi, delle caratteristiche dei locali e degli spazi comuni, nonché dello stato in cui si trovano gli ospiti o i pazienti.

Circa il 60% degli ospedali lombardi ha già recepito la normativa

In Lombardia circa il 60 per cento degli ospedali ha già recepito e fatto proprio il regolamento che consente la visita degli animali domestici ai pazienti ricoverati in specifici spazi e reparti e rispettando una serie di accorgimenti necessari per tutelare la sicurezza dei degenti. L’ingresso dei propri animali domestici è consentito solo previa richiesta scritta e solo dopo aver concordato la visita e gli orari anche con i propri compagni di stanza.

Cani al guinzaglio, gatti e conigli nel trasportino

Ai sensi dell’art. 23 del regolamento regionale sono stabilite le condizioni minime per l’accesso degli animali nelle strutture ospedaliere.

I cani, ad esempio, devono essere identificati e iscritti all’anagrafe degli animali d’affezione, regionale o nazionale, e condotti al guinzaglio lungo massimo un metro e mezzo e avere al seguito la museruola. I conduttori devono essere maggiorenni e in grado di avere il pieno controllo dell’animale, oltre a essere muniti di strumenti idonei alla raccolta e rimozione di eventuali deiezioni e perdite di pelo.

I gatti e i conigli devono essere alloggiati nell’apposito trasportino, almeno fino al momento della visita al paziente o all’ospite. Se liberati, devono essere adottate tutte le precauzioni possibili per evitare un’eventuale fuga.

Tutti gli animali devono essere puliti e spazzolati prima della visita e muniti di documentazione sanitaria. Resta ancora aperto il divieto di introdurre animali per alcuni delicati reparti, come terapia intensiva e chirurgia d’urgenza. Promotore di questa novità è l’assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera, il quale ha sottolineato l’importanza di tale applicazione a livello regionale: “per chi deve stare a lungo in ospedale, ricevere la visita del proprio animale domestico ha un valore terapeutico importantissimo”.

Lo spot divulgativo

Per diffondere la novità, è stato girato all’interno dell’ospedale Niguarda di Milano lo spot “la compagnia del tuo cucciolo, la cura più bella”, finanziato dall’associazione “Amo gli animali”, per la regia dell’inviato di Striscia la Notizia Edoardo Stoppa, con protagonisti Lavinia, una giovanissima paziente, l’attore Gabriele Cirilli e Luna, la cagnetta di proprietà del presidente dell’associazione, femmina di Border Collie di quattro anni.

“Sono una paziente e so quanto sia difficile stare ricoverati anche per diversi giorni e non poter vedere il proprio cane”, racconta Lavinia nel video del backstage dello spot, “nello spot rivesto il ruolo di attrice per l’associazione Amo gli animali e mi gratifica poter dare il mio contributo”.

Perché una battaglia per aprire le porte degli ospedali a cani, gatti, conigli di famiglia?

“Abbiamo raccolto una forte esigenza che era quella di tante persone che passano molto tempo in ospedale e che volevano avere il proprio amico a quattro zampe vicino. I medici ci dicevano che è una terapia straordinaria”, precisa l’assessore Gallera, “oggi, quindi, è possibile non solo avere un animale che aiuta con la famosa pet therapy, ma avere il proprio pet, il proprio amico, che migliora e aumenta le capacità di recupero in maniera efficacissima”.

Capofila è l’ospedale Niguarda di Milano

Finora, in Lombardia, sono 16 le aziende ospedaliere che hanno adottato il regolamento previsto dalla normativa, tra cui Niguarda, set dello spot, “ma presto sarà attivo in tutti gli ospedali lombardi”, ha assicurato Gallera. Obiettivo della Lombardia è quello di fare da traino per l’applicazione della legge nazionale a livello regionale, nell’auspicio che Emilia Romagna e Toscana – già fautori di diverse iniziative – seguano questa direzione e che altre regioni si attivino in tal senso.

di Roberto Senna

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