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I compiti di un educatore cinofilo

di Redazione Quattrozampe

I compiti di un educatore cinofilo

Quali sono i compiti di un educatore cinofilo? Ecco la risposta di Roberto Marchesini, direttore di SIUA, scuola di interazione uomo-animale.

I ruoli sono molteplici:

  1. Il ruolo consulenziale
  2. Impostare al meglio la relazione
  3. Interpretare la vita del cane
  4. Vedere il mondo con gli occhi di quel cane

1. Il ruolo consulenziale

Il primo compito di un educatore cinofilo è quello di fornire una consulenza personalizzata al proprietario, spesso nutrito da una passione per i cani, ma che non avendo una cultura legata all’etologia, tende facilmente ad antropomorfizzare l’animale o assumere nei suoi riguardi dei comportamenti inadeguati. L’educatore cinofilo deve essere perciò il primo presidio comportamentale che aiuta il proprietario a impostare la relazione con l’animale in modo corretto nei vari momenti della giornata come ad esempio il rito alimentare, le passeggiate o il gioco. Il primo compito è quindi quello consulenziale in quanto viviamo in una società che pur amando gli animali manca delle conoscenze necessarie per assicurare loro benessere e il rispetto delle coordinate etologiche.

2. Impostare al meglio la relazione

Il secondo compito è quello di impostare bene la relazione con il cane, ovvero proporre delle attività che consentano al cucciolo di crescere nel modo migliore secondo un percorso pedagogico personalizzato. L’educatore è quindi un “dimostratore di attività evolutive” funzionali a far crescere nel migliore dei modi i lati fondamentali del carattere del cane, vale a dire un equilibrato registro emozionale, una buona capacità riflessiva e di interazione con gli altri cani e le persone, inoltre, l’educatore deve sviluppare la capacità a collaborare con le persone e impostare delle attività che aiutino il proprietario a “gestire” la quotidianità del proprio cane.

ABC_60293. Interpretare la vita del cane

Il terzo compito è quello di osservare la vita del cane nella situazione particolare: capire il tipo di casa dove le persone vivono con lui, il tipo di ambiente, il lavoro che svolgono e il tempo libero che posseggono in modo da declinare queste informazioni in un progetto specifico per favorire l’integrazione del cane in quel particolare contesto. I contesti infatti sono molto variabili, ci sono persone che vivono in case con giardino, persone che fanno spesso escursioni, persone che vivono in vicinanze di parchi, case grandi, case piccole… l’educatore cinofilo deve avere quindi la capacità di valorizzare l’ambiente di vita del cane per implementare una relazione corretta.

4. Vedere il mondo con gli occhi di quel cane

Il quarto aspetto è quello di essere “l’avvocato difensore del cane” nel senso di cercare di mitigare le aspettative improprie del proprietario, ovvero quei desideri che non sono coerenti con il carattere di quel cane (individuali o di razza) e far quindi capire alla persona quali sono le attività più consone per quello specifico animale e cosa ci si può aspettare da lui. In certe situazioni poi è necessario che il proprietario diventi una buona guida per il proprio cane, ovvero sia accreditato in modo che il cane si senta tranquillo e sicuro e che si possa fidare ed affidare alla persona nelle varie esperienze che si troverà ad affrontare.

Chi ben comincia è a metà dell’opera

Quelli elencati sono solo gli aspetti più importanti del lavoro dell’educatore, attorno ai quali si possono mettere però tante altre piccole attività. Quello che vorrei sottolineare è l’importanza di iniziare subito a seminare una relazione corretta. Quando si adotta un cane (cucciolo, adulto, o anziano che sia) non bisogna perdere tempo e iniziare subito questo tipo di attività in quanto chi comincia bene mette la propria relazione nelle migliori condizioni per valorizzarsi e andare nella giusta direzione tenendo conto che l’apprendimento è strettamente collegato alla quotidianità: il cane non apprende nella straordinarietà dell’esercizio sul campo ma nella quotidianità della vita. È una sorta di prevenzione: appena adottato un cane consiglio sempre qualche lezione con un educatore cinofilo che consente di mettersi sulla strada corretta per costruire una relazione che molto spesso rischia di essere viziata dalla nostra stessa incapacità di capire chi sia veramente un cane, ovvero un animale che ha una forte tendenza collaborativa, a cui piace fare attività con noi è che non è un feticcio affettivo da trattare come un bambino o un peluche. È fondamentale che l’educatore dia questo indirizzo partendo dal fatto che è nei gesti quotidiani che si forma il carattere dell’animale.

Le peculiarità dell’educatore SIUA

Gli educatori formati in SIUA, la Scuola di Interazione Uomo-Animale di cui sono direttore, devono avere queste qualità: essere persone con una grande capacità di relazione con le persone oltre che con i cani in quanto si tratta di una consulenza rivolta ai proprietari – l’educazione cinofila è soprattutto un’educazione alle persone – e devono essere operatori che non solo hanno una buona preparazione teorica ma devono soprattutto avere un’ottima preparazione pratica; gli educatori SIUA non solo possiedono le basi teoriche fondamentali dell’approccio cognitivo-zooantropologico ma hanno fatto anche praticantato arrivando a capire i caratteri e le inclinazioni specifiche di ogni soggetto. La formazione proposta mette insieme teoria e pratica in un percorso ricorsivo di valorizzazione reciproca. In ultimo, l’educatore deve possedere una grande umiltà, deve sapere ascoltare e deve saper dare consigli per le situazioni specifiche e non applicare modelli che siano utili per tutte le stagioni.

È possibile partecipare al prossimo corso di formazione per Educatori SIUA. Si terrà a Milano e a Torino, il 27 e 28 giugno. Per maggiori informazioni è possibile collegarsi al sito SIUA
oppure scrivere all’indirizzo info@siua.it.

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