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Kuma, il gigante buono, massacrato di botte

di Claudia Ferronato

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Kuma, lo stavano cercando disperatamente tutti, senza sosta.
Però di lui non si trovava nessuna traccia da una decina di giorni.
Era uno dei due pastori tedeschi che viveva nel maneggio di San Michele di Bassano Bresciano

Ed era diventato l’idolo dei bambini.

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Prima l’inspiegabile scomparsa, ora l’amara scoperta.
Di oggi la notizia che, purtroppo, quel cane tanto buono  e amato non tornerà più.
Perchè è stato ritrovato massacrato di botte, seppellito sotto rami tagliati e foglie.
La ricerca, che aveva coinvolto molte persone, ha toccato anche il cuore dei più piccini, tanto affezionati al cane.
Molti dei piccoli frequentatori avevano scritto anche dei messaggi diretti al loro amico, da cui traspare l’amicizia che li legava al quattro zampe dal pelo scuro.
Speravano tutti nel suo ritorno.

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Kuma: il gigante buono

Per loro era un gigante buono, un’autentica mascotte per chi praticava equitazione.
Non mancava mai di essere paziente e giocherellone.
Accompagnava i bambini nelle passeggiate a cavallo e rimaneva vicino a loro anche durante la pausa pranzo.
Purtroppo Kuma è stato ritrovato morto poco distante dal maneggio.
E a poco è servita la denuncia di furto da parte dei proprietari qualcuno ha pensato di ucciderlo.
Come ogni volta che accade un fatto come questo, ai proprietari e a chi amava il cane resta tanto dolore, e la rabbia di un gesto così inutile e crudele.
Era un vivace e affettuoso compagno di avventure, chi può essere tanto crudele da uccidere un animale dal carattere tanto affabile e pacifico?
Questa e tante altre domande senza risposta, non fanno che aumentare il risentimento da parte di chi ha perso una persona di famiglia, un amico fedele.

Caccia all’assassino

Ora Carabinieri stanno investigando sull’accaduto per riuscire a fornire il maggior numero possibile di informazioni e, magari, risalire al colpevole.
Nel frattempo la salma di Kuma ha raggiunto l’Istituto Zooprofilattico di Brescia perchè venga effettuata l’autopsia, oltre agli esami di rito.

di Claudia Ferronato

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