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Animali eredi delle nostre proprietà terrene

di Redazione Quattrozampe

Animali eredi delle nostre proprietà terrene

Alla scoperta dell’eredità? Perché no! Lo facciamo per aprire lo scrigno delle storie tra uomo e animali, silenziosi, ma potenti vincoli d’amore in cui l’uomo ha deciso di lasciare tutto o buona parte dei suoi beni non solo a cani e gatti che ha amato, ma anche a quelli che non ha mai conosciuto. L’amore lo prevede. La legge lo consente? Sì, ma a precise condizioni, e cioè che a gestire quel patrimonio ci sia qualcuno di davvero speciale, come le associazioni di volontariato di tutela animale, con un atto notarile.

Da secoli fedele ed erede

Fenomeno sociale dei nostri tempi? Affatto. Riporta il 2 aprile del 1829 la rivista di Bologna “Teatri-Arte- Letteratura”, un aneddoto pubblicato, si legge, da “La Gazette de France” che, “ne garantisce la verità del fatto, e che assicura essere accaduto in una città d’Alemagna”.

“Brisquet è un cane”, riporta il giornale, “a cui il suo padrone, che lo amava molto, lasciò in eredità cinque talleri al mese per alloggio, nutrimento e medicine, raccomandandolo a un amico affinché ne avesse cura”.

Sembra cronaca dei nostri giorni. Sentite qui:

“Gli agenti del fisco, non avendo mai veduto figurare un cane come erede…fecero un’ordinanza”, affinché il cane pagasse l’8%  per conto del suo legato, ovvero l’amico del proprietario. Il caso finì in tribunale e… vinse il cane!

Fanno parte della famiglia

Ma non sono certo le querelle a fermare un trend che è in aumento. E che parte da un principio sancito prima ancora dai cittadini che dai codici. Gli animali sono membri della famiglia e come tali con nostra gioia ne occupano senza arbitrio e limiti gli spazi del bene, diventando anche destinatari assoluti di ciò che siamo, di ciò che abbiamo. Se lo Stato non ha ancora provveduto a dare piena cittadinanza agli animali, inserendoli nello stato di famiglia, considerandoli sì esseri senzienti ma ancora “cose mobili”, e bene di lusso da tassare, allora l’uomo rende giustizia alla dignità animale almeno nel suo trapasso.

Centro-nord più sensibile

Alcuni titoli dicono tutto.  “Venezia, albergatrice lascia in eredità 4 milioni di euro ai cani randagi”. Poi, “Un milione in eredità ai suoi cani: la volontà (rispettata) di un anziano a Pavia”. E, ancora: “200 milioni a Gunther IV”. Ma c’è pure “Tinker, anche i gatti ereditano”. Oppure “La battaglia legale di Jasper per 100mila euro”. “Lascia in eredità 25mila euro ai cani: nuove cucce per i Fido del rifugio”… E sono soprattutto le regioni del Centro-Nord a essere sensibili verso questo fenomeno in crescita in Italia, come attestano alcune tra le principali associazioni di tutela animale interpellate. L’atto di amore estremo per i più indifesi, ma anche più fedeli e indiscussi amici quindi eredi… senzienti, diventa lascito, eredità di case e immobili, o diritto a ereditare somme di denaro, che trasformano associazioni di volontariato in legatari, ovvero, così vuole il termine tecnico, legati al donatore nel prendere una parte dei suoi beni (soldi, conti correnti…), per sua volontà certificata davanti a un notaio.

Storie di cani vicini e lontani

E così, ciò che era un bene terreno per l’anziano pavese che viveva solo in compagnia di Piccola e Jack, una meticcia e un Cocker, si è trasformato in mantenimento a tempo indeterminato dei due cani, mentre 890mila euro sono stati destinati a due associazioni di tutela animale.

Una bella lezione etica al sistema del welfare: si amministra il lascito, secondo la volontà dell’interessato, impiegandolo a fin di bene. Mentre le leggi vivono fuori dal tempo e dallo spazio, senza se e senza ma, sono i 4 milioni dell’imprenditrice veneta di Jesolo, che ha disposto di recente due lasciti in denaro: un quarto del valore di una struttura a 4 Stelle servirà per scongiurare la chiusura di un canile locale e per costruirne uno nuovo. Se i santi sulla terra sono rari, i randagi hanno ora una santa in Paradiso.

Günther iii, il pastore tedesco

Ad aprire il capitolo con grande eco sulla stampa degli animali “ereditieri” fu Günther III, il Pastore Tedesco nel 1992 destinatario di oltre 150 milioni di marchi (circa 65 milioni di euro). La proprietaria, la contessa tedesca Carlotta Liebenstein, senza eredi, affidò a una società il patrimonio, ben al riparo dalle eventuali rivendicazioni del fisco (vedi Brisquet 180 anni prima!).

Non osi dividere l’uomo ciò che l’amore ha unito oltre la vita. D’altra parte non si può negare che la riconoscenza (se umana) non sia di questo mondo, a meno che non esca dal calore e dalla relazione ininterrottamente profonda di uno sguardo animale. Per quello, ci si spoglia di tutto, pure in vita. L’eredità passò poi al figlio del primo ereditiero, Günther IV, con un patrimonio di 200 milioni di euro.

Controversie risolte

“In parte sono scelte legate alla crescente attenzione verso la tutela del benessere animale, in parte, è un fenomeno sociale che ci proietta dentro le case di persone anziane che vivono sole, senza familiari, dimenticate dai parenti più che lontani. Lontanissimi. Il rapporto di prossimità più diretto, è quello con i propri animali domestici”, conferma Michele Gualano, che segue per Enpa il delicato settore dei lasciti.  “È talmente radicato nella storia del Paese questo atto di civiltà, che neanche si immagina. Abbiamo ritenuto necessario inserire una appendice dedicata proprio ai benefattori dell’Enpa nel libro La protezione degli animali in Italia – Storia dell’Enpa e dei movimenti zoofili e animalisti dalla metà dell’Ottocento alle soglie del Duemila di Andrea Maori – Edizioni Enpa, 2016.

Certo, le controversie legali non mancano, ci fu un recente caso che si trascinò con ben tre processi penali, finiti con la condanna di una parente che facendo carte false, aveva contestato il lascito. Vi sono invece situazioni umanamente toccanti come quella in cui il benefattore, approssimandosi la sua fine, descrisse con meticoloso dettaglio nei mesi addietro i particolari del lascito verso gli animali”.

Lega del cane: non è la cifra a rendere importante il dono

“Ma non è la cifra a rendere più importante la donazione”, spiega Piera Rosati, presidente della Lega nazionale per la difesa del cane Animal Protection (Lndc), “facciamo nostro il pensiero di Madre Teresa di Calcutta, e cioè che ‘Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno’. Ciò che conta è il legame che si vuole sancire fin oltre la morte, con l’amore per chi ha condiviso con noi tutta la nostra quotidianità. Si entra nella vita terrena di chi ha donato, fatta di dettagli intimi. È un momento molto delicato, che parla, in ogni cosa che leggi e vedi, della persona che ti ha affidato i suoi beni”.

Poi Piera Rosati aggiunge:

“Uno degli ultimi casi più singolari è quello di un giovane di 40 anni. Ci lasciò due immobili, uno era quello in cui viveva con la sua cagnolina, unica compagna di vita. Siamo riusciti a cedere la sua porzione di casa ai vicini, e quindi a lasciare in affidamento a loro il cane, che ha continuato a vivere nel suo universo familiare. Spesso ci troviamo anche di fronte a cani di persone anziane, che non uscivano più di casa, difficili da ricollocare, da adottare, da riportare a un vissuto quotidiano. Ecco, una eredità non è solo pratiche legali, accettazione dei beni, responsabilità di gestirli al meglio, ma è anche prendersi carico di “cose” vive, che cercano i tuoi occhi”.

È un ambito complesso e spesso chiede anni di lavoro, dal momento in cui avviene il decesso, a quello in cui si va a beneficiare di un bene. Anche la fiducia ha il suo peso, infatti nel corso degli anni la Lega del Cane ha conseguito certificazioni e procedure per rendere l’attività dell’associazione affidabile, chiara e solida. “Per il nostro agire Lndc ha ottenuto il marchio Donare con Fiducia”.

E gli umani?

Il bene non ha misura, e non ne ha soprattutto in tempi di crisi, in cui si sente rinfacciare che altre risorse potrebbero essere destinate, invece, agli umani in difficoltà. È una frizione culturale che non trova pace fino a quando non si comprenderà che un paese civile non deve avere randagi, non deve colmare con risorse pubbliche e private il frutto di reati penali come l’abbandono e il maltrattamento, per sentirsi magari dire che prima viene altro. Non viene forse prima il rispetto della legge e della vita?

Un appartamento al cane otto

Lo stesso ha pensato l’insegnante di matematica che destinò al suo cane Otto un appartamento di 400 metri quadrati più giardino, nel cuore di Arezzo. Idem sentire per il gatto Tommasino di Potenza che divenne erede di conti correnti, terreni, una villa all’Olgiata, una casa a Roma e a Torino.

Bennati (lav): risorse per assistenza e progetti speciali

Si entra, insomma, in un mondo in cui il confine tra la vita e la morte sembra come sospeso, se non sparito, sfumato nella dolcezza del voler fare ancora tanto per chi resta. Come racconta il vicepresidente nazionale Lav, Roberto Bennati.

“Gli animali sono nostri compagni di vita. Quando mettiamo ‘a posto’ le nostre cose, a un certo punto della vita, pensiamo anche a loro. Ma la prima riflessione da fare è che un lascito non è contro i propri familiari. La legge riserva con la successione legittima la tutela dei familiari. A completamento di quanto la persona dispone c’è il lascito, che definirei come la legittima aspettativa di chi fa testamento chiedendo che qualcuno si occupi dei propri animali. Ed è a quel ‘qualcuno’, come nel caso di un’associazione, che davanti al notaio si chiede di gestire i beni indicati nell’atto, con finalità, in questo caso, di protezione animale. Ma il tema madre”, spiega a Quattro Zampe Bennati, “è l’impiego di queste risorse. Si va dall’assistenza degli animali a progetti speciali”.

Lasciti per i santuari

I lasciti sono risorse straordinarie e quindi la Lav, come spiega Bennati, li destina a impieghi straordinari.

“Come il  potenziamento, con 25 ettari, del Centro di recupero di Semproniano (Grosseto), in cui ospitiamo animali che arrivano da confische. Quel santuario lo abbiamo dedicato alla nostra socia Maurizia. E proprio a Semproniano ci sono tre aree che ospitano i macachi: abbiamo ricostruito una albereta con tronchi di castagno e ricoveri riscaldati o rinfrescati a seconda della stagione. Serve personale e quindi risorse importanti. Stiamo realizzando, con un altro lascito, una zona per ospitare animali zootecnici salvati da maltrattamento”.

Ma non è finita: la Lav nel bellunese sta  potenziando l’accoglienza del rifugio Apaca. Nel mantovano, grazie al lascito di un insegnante, sta portando avanti progetti per arginare i danni della caccia. E poi, ancora, è grazie ai lasciti che la Lav ha dato  assistenza a 350 cani e 150 gatti del canile Parrelli di Roma, comprese spese veterinarie e di recupero comportamentale degli animali. Oggi di quei 350 cani, 340 sono in famiglia e gli altri 10, troppo anziani e malati, li continua ad assistere la Lav.

La generosa eredità di green hill

“Ultimo, ma non ultimo”, conclude Bennati, “ le ingenti energie che abbiamo speso per Green Hill, vengono dai lasciti. Sì, Green Hill è anche una vittoria dei lasciti!. Alle persone che fanno testamento diamo la possibilità di seguire i loro animali, abbiamo un ufficio legale che dà supporto gratuito a chi vuole saperne di più”. Comunicare è tutto.  “Dopo  di noi c’è ancora tanto da fare” è il titolo del  video con Adriana, Gabriele e Annalisa”, testimonial Lav. E dice Gabriele: “È come liberarsi dentro te delle cose del mondo, per donarle senza chiedere nulla in cambio”.

Oipa: alla fine si pensa a loro…

“L’esperienza in questi anni”, spiega Massimo Comparotto, presidente nazionale Oipa, “ci dice anche che quando i familiari mettono in discussione una eredità, le liti sono eventualmente tra loro, ma non ci è mai capitato che alcuno mettesse in discussione la volontà ultima del loro caro di destinare una parte dei suoi averi agli animali. La compassione verso gli ultimi diventa una zona franca, intangibile, non si tocca. È un segno importante da leggere, come cambiamento, evoluzione della società, che è consapevole che non si tocca la quota legittima di una successione. Anche in forza di questo, per l’importanza di informare, Oipa ha realizzato in un opuscolo le linee guida per donare consapevolmente. Va anche poi detto che nel caso di persone sole, senza eredi, l’erede in caso di morte diventa lo Stato, e tutto finisce in un calderone. Forte di questo, 10 anni fa una signora di 90 anni mi volle con lei dal notaio, destinandoci tutti i suoi beni. La signora ha 100 anni, oggi, è ottimamente in vita, ma serena nell’aver destinato il suo vissuto, dopo mille peripezie familiari tra l’Italia e l’Africa, a chi si occuperà delle vite che lei ama”.

È la certezza di pensare che nel futuro c’è chi porterà avanti i valori per cui si è vissuto.

Animali eredi delle nostre proprietà terrene

Le Faq sulle pet-eredità

Testamento, chi lo può fare?

Chiunque abbia raggiunto la maggiore età. Non c’è alcun vincolo sull’entità economica.

Come si fa?

Si può scegliere tra testamento olografo e testamento pubblico. Testamento olografo: si scrive personalmente, a mano. Si indica: nome, cognome, data, firma, dati del beneficiario (nome e indirizzo e per le Onlus il codice fiscale) e i dettagli su cosa si desideri lasciare ai beneficiari nominati. È consigliabile farne due copie identiche e darne una per ciascun beneficiario. Una è opportuno affidarla a un notaio, che la conserverà e tutelerà per sempre. È buona regola fare riferimento alla quota di eredità riservata ai legittimari.  Testamento pubblico: il testamento pubblico è redatto da un notaio. È la forma di testamento più sicura, in quanto il testatore – colui che fa testamento – può ricevere tutto il supporto tecnico del notaio e avere più ampia garanzia per la conservazione del documento.

Cosa si può lasciare?

Si possono lasciare case, proprietà, terreni; denaro, polizze vita, titoli e fondi di investimento, il tfr e tutto il patrimonio in caso non vi siano eredi legittimari. Chi solo gli eredi legittimari e quelli legittimi? Gli eredi legittimari sono i parenti più prossimi (figli, coniuge, genitori) a cui spetta la cosiddetta quota legittima (vedi seguito) dell’eredità. Gli eredi legittimi sono coloro ai quali spetta l’eredità in caso di assenza di testamento: i figli, il coniuge, i genitori e i parenti fino al sesto grado.

Cosa vuol dire “quota legittima”?

La quota legittima è il valore percentuale dell’eredità calcolato sul valore totale, che la legge riserva ai cosiddetti eredi legittimari (coniuge, figli, genitori).

Cos’è un legato?

Si definisce “legato” uno specifico bene (immobile, somma di denaro) indicato nel testamento e attribuito a un beneficiario cui si fa riferimento nel testamento stesso. Il beneficiario di un legato si definisce legatario.

di Stefania Piazzo

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