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Il microchip dei gatti è obbligatorio?

di Claudia Taccani

Il microchip dei gatti è obbligatorio?
partial view of veterinarian doing implantation of identification microchip to red cat

In Italia, come in tutta Europa, da anni vige l’obbligo di identificazione del cane tramite inserimento del microchip sottocutaneo e relativa iscrizione all’anagrafe canina regionale. Ma per i mici come funziona?

Con decisione della Commissione 2003\803\ Ce del 26 novembre 2003, entrata in vigore dal 1° ottobre 2004, viene stabilito che i gatti, così come i cani e i furetti, per poter essere portati all’estero devono essere muniti di passaporto e identificati tramite un microchip. Ciò significa che in caso di espatrio con il nostro felino o di relativo acquisto\adozione da Paese straniero l’animale dovrà essere dotato di microchip. In Italia, l’Anagrafe nazionale felina esiste già da qualche anno, ma non è obbligatorio microchippare il proprio gatto.

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Microchippato è meglio

Tuttavia è vivamente consigliato farlo, in quanto il microchip rappresenta la relativa carta d’identità e permette un maggior controllo della popolazione felina presente sul territorio nazionale, contrastando l’abbandono e agevolando il ricongiungimento di un gatto smarrito con il suo proprietario. Inoltre, è molto utile in caso di contestazioni, per nulla rare, riguardo il relativo possesso\proprietà, da parte di più soggetti.

La regione Lombardia ha fatto un passo in più

Fermo restando il quadro nazionale, la regione Lombardia, mediante il Piano regionale integrato della Sanità pubblica veterinaria 2019-2023 ha reso obbligatorio il microchip per tutti i gatti nati o acquisiti a partire dal 1° gennaio 2020. In caso di nascita di cuccioli o di nuovo possesso (a qualsiasi titolo) di mici a partire da tale data c’è obbligo di microchippatura.

Sanzioni per chi trasgredisce a Milano

In particolare, la normativa milanese prevede sanzioni pecuniarie da venticinque a centocinquanta euro per chi non iscrive il gatto entro quindici giorni dall’inizio del possesso o entro trenta giorni dalla nascita e, comunque, prima della sua cessione a qualunque titolo. Inoltre, il proprietario – possessore o detentore – di un gatto è tenuto a denunciare all’anagrafe degli animali d’affezione, sempre entro quindici giorni, qualsiasi cambiamento anagrafico, come cessione, decesso o cambio di residenza ed entro sette giorni la scomparsa per furto o per smarrimento.

Il microchip dei gatti è obbligatorio?

Microchippare il gatto è doloroso?

L’inoculamento non è assolutamente doloroso. L’identificazione mediante microchip avviene con metodologia indolore ed è eseguita dai veterinari accreditati dall’Ats (ex-Asl), ossia quelli del servizio pubblico, oppure da quelli privati. Cosa differente dal tatuaggio, applicato ai cani prima dell’entrata in vigore dell’obbligo di identificazione mediante microchip, che prevedeva necessariamente l’anestesia.

I gatti randagi d’Italia sono microchippati?

I gatti delle colonie feline italiane sono identificati tramite applicazione del microchip al momento della sterilizzazione e registrati all’anagrafe degli animali d’affezione, a nome del comune competente per territorio. Ogni cittadino o tutor di colonia può segnalare al comune la presenza di gatti randagi per procedere secondo normativa. A parte l’obbligo per legge, perché consigliamo di microchippare il nostro gatto? Oipa Italia invita a identificare il gatto affinché lo stesso possa essere agevolmente ritrovato in caso di smarrimento e, inoltre, consiglia di dotarlo di un collarino elastico, che si possa agevolmente staccare per evitare che si impigli da qualche parte, in modo tale da renderlo riconoscibile e distinguerlo da un micio appartenente a una colonia felina.

Indirizzario web

Claudia Taccani, Avvocato e responsabile Sportello legale Oipa: www.oipa.org

Anagrafe nazionale felina: www.anagrafenazionalefelina.it

Articolo pubblicato su Quattro Zampe aprile 2020

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