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Torna a casa, Mirò!

di Claudia Ferronato

Mirò

Mirò: storia a lieto fine per il cane sequestrato che ha riunito i cuori del web.
Il suo caso ha mobilitato quasi 250mila persone sui social, attirando l’attenzione dei media e diventando il portabandiera degli animalisti.

Mirò

 

Ma non era “Torna a casa, Lassie”?

No, oggi parliamo del povero Mirò, un bel Pastore Abruzzese di tre anni che nel marzo scorso è stato sequestrato alla sua famiglia.
Secondo le accuse, abbaiava troppo e in modo insistente…
Praticamente un cane accusato di fare troppo il cane!
Nel corso dei mesi scorsi la signora Eva Munter, di Roveré della Luna (TN), proprietaria di Miro, Pastore Abruzzese, era stata querelata due volte dai suoi vicini di casa per disturbo della quiete pubblica.
Tali querele hanno attivato due processi penali che hanno portato a multe di 70 e 154 euro per un totale di 224 euro.

L’accusa: compromette il sonno notturno

Nell’accusa il vicino si lamentava di essere continuamente disturbato dal cane Mirò.
Secondo lui, abbaiando incessantemente, non permetteva un adeguato riposo notturno.
Per dimostrare quanto affermato, il vicino accusatore si era anche avvalso della collaborazione di esperti.
Intendeva evidenziare che i decibel causati dall’abbaio del cane sarebbero stati oltre la soglia consentita.

Mirò

La difesa: non è detto che sia Mirò

A tali accuse la padrona si era difesa sostenendo che il contesto abitativo era formato da villette singole separate da tratti di campagna.
Per questo motivo sembrava strano che Miro abbaiasse così forte da farsi sentire a 300 metri di distanza, dove risiedeva il vicino accusatore.
Inoltre, molte delle villette hanno dei cani: come si può affermare che sia stato proprio Miro a disturbare?
Come sostiene la signora Eva, nessun altro vicino si era mai lamentato del rumore.
Tra l’altro, numerose volte il vicino aveva richiesto l’intervento dei vigili.
Questi ultimi, giunti sul posto, non avevano mai sorpreso il cane abbaiare, nonostante i lunghi appostamenti.
È dunque possibile sostenere che fosse proprio Miro la causa di quelle molestie sonore?

L’assurdo sequestro del cane

Nonostante le diverse difese e perplessità apportate dalla padrona di Miro, lo scorso 22 marzo la signora Eva e la figlia con lei convivente si sono viste sequestrare il cane.
I carabinieri si sono presentati a casa loro, su ordine di un mandato del giudice, e hanno portato Miro al canile di Marco (Rovereto) per una ventina di giorni.

Mirò

Mobilitazione sul web pro-Mirò

A seguito del sequestro di Miro, Eva non si è assolutamente arresa, diffondendo la storia e chiedendo aiuto al popolo del web.
Attraverso campagne e condivisioni, in breve tempo si sono raggiunte quasi 250mila firme, alcune delle quali anche dall’estero, per liberare il cane dall’ingiusta detenzione.
Nonostante l’indignazione del web, era necessario aspettare il verdetto del giudice del riesame.
Arrivato il 10 aprile, ha decretato, finalmente, la liberazione del Maremmano.
Due giorni dopo, Miro è finalmente tornato libero.
Evento accolto dal caloroso abbraccio fisico della sua famiglia, e virtuale dei suoi sostenitori da tutto il mondo.

Il giusto equilibrio tra quiete e sequestro del cane

Vivendo in un paese civile e democratico, è ovvio che la nostra libertà finisce dove inizia quella degli altri.
In casi come questo è doveroso riuscire a trovare il giusto compromesso tra il diritto del cane “di fare il cane” e il diritto degli altri di riposare senza fastidi.
Se si abita in un contesto urbano, o che comunque comporta dei vicini di casa, è loro diritto riuscire a riposare serenamente durante le ore notturne.
Magari senza essere continuamente svegliati o disturbati dai cani o da altri animali altrui.

Mirò

L’art.659 del codice penale

L’art. 659 del codice penale, infatti, stabilisce che “chiunque, mediante schiamazzi o rumori, ovvero abusando di strumenti sonori o di segnalazioni acustiche, ovvero suscitando o non impedendo strepiti di animali, disturba le occupazioni o il riposo delle persone, ovvero gli spettacoli, i ritrovi o i trattenimenti pubblici, è punito con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a trecentonove euro”.
Quindi l’abbaiare del cane, giudicato un diritto esistenziale ormai da diversi tribunali, non deve superare i limiti di tollerabilità.

Buon senso, altro che sequestro!

D’altro canto, proprio perché tale azione è totalmente naturale per l’animale – e anche, a volte, funzionale ai fini della difesa dell’abitazione – la soluzione non può certo essere il sequestro.
Si devono trovare risposte differenti!
Come è già successo in diversi casi ci sono altre soluzioni per tutelare sia il riposo notturno, che la libertà dell’animale.

Un esempio?

Non lasciare il cane in giardino di notte, facendolo entrare nella propria casa in modo che non disturbi.
Oppure, nel caso di terreni confinanti, inserire una rete intermedia nel terreno in modo che il cane non vada ad abbaiare proprio in prossimità dell’abitazione altrui.
Le soluzioni meno drastiche rispetto al sequestro del cane sono diverse, tutte a tutela dell’animale, limitando il suo agire solo nelle ore notturne.

E’ giusto sequestrare un cane, essere senziente?

Fra le tante obiezioni lamentate per tale notizia, una in particolare ci preme: il sequestro del cane, preso
e rinchiuso, poiché inteso come “bene”.
Anche se il sequestro del cane è previsto a livello legislativo.
Purtroppo infatti gli animali sono ancora considerati come beni agli occhi della legge.
Ma il sequestro non dovrebbe essere applicato a un essere senziente.
Fortunatamente questa storia, come quella di Lassie settant’anni fa, ha il suo lieto fine, sudato e guadagnato.
Sicuramente la mobilitazione del popolo di internet ha contribuito ad aprire gli occhi su un grande problema, che evidenzia una carenza legislativa da colmare al più presto.
Non resta che sperare di veder presto discussa e approvata la proposta di legge che riconosce e attribuisce al cane diritti come membro della famiglia, così da non dover più sentire storie tristi come quella di Mirò.
info
Studio Legale Zambonin

Avvocato Animali

di Giordana Liliana Monti

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