Disturbi neurologici di Fido e Micio
Invecchiamento e disfunzione cognitiva nel cane e nel gatto
Chi ha avuto la fortuna di condividere molti anni con un cane o un gatto sa quanto cambino con il tempo. Gli animali anziani diventano spesso più riflessivi, più lenti nei movimenti, a volte più sonnolenti o confusi. Se è vero che l’età porta con sé trasformazioni naturali, è anche vero che alcune di queste modifiche possono nascondere un reale disturbo neurologico: tra questi, il più frequente e spesso sottovalutato è la sindrome da disfunzione cognitiva, una condizione degenerativa che coinvolge il cervello e che, in molti aspetti, ricorda la malattia di Alzheimer dell’essere umano.
Vediamo come è possibile riconoscere i segnali del declino cognitivo, per capire quando è il caso di preoccuparsi, e, soprattutto, di mettere in atto piccoli accorgimenti che possono aiutare Fido e Micio a vivere bene anche nella terza età.

Cosa succede al cervello che invecchia
Il cervello è il “motore centrale” dell’organismo: controlla ogni pensiero, movimento, emozione e reazione. Con l’avanzare dell’età, però, anche questo organo va incontro a cambiamenti fisiologici. I neuroni, le cellule nervose responsabili della comunicazione tra le varie parti del sistema nervoso, iniziano lentamente a degenerare. Alcuni muoiono, altri smettono di funzionare correttamente.
Le connessioni tra di loro diventano meno efficienti, e anche il flusso di sangue che raggiunge le aree cerebrali tende a diminuire, riducendo così l’apporto di ossigeno e nutrienti. Inoltre, si accumulano sostanze tossiche che alterano il funzionamento del tessuto cerebrale, come la proteina beta-amiloide, già nota per il suo ruolo nell’Alzheimer umano. Tutti questi cambiamenti possono portare a una vera e propria riduzione delle capacità cognitive, con conseguenze sul comportamento, sull’umore, sull’orientamento e perfino sulle funzioni fisiologiche di base.
Articolo pubblicato su Quattrozampe di dicembre 2025 / gennaio 2026
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