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Lo stress ossidativo nel cane e nel gatto

di Redazione Quattrozampe

Lo stress ossidativo nel cane e nel gatto

L’ossidazione è un processo chimico naturale che avviene nell’organismo, in seguito alla produzione di energia (Atp) che è la benzina delle cellule. Quest’ultima si forma nel mitocondrio cellulare grazie a un complesso meccanismo chimico, chiamato ciclo di Krebs. A tale ciclo partecipa anche l’ossigeno (respirazione cellulare aerobica).

In pratica, l’ossigeno proveniente dall’aria che respiriamo, arriva nel mitocondrio della cellula, una parte dello stesso viene usata per produrre energia, mentre la parte inutilizzata formerà delle nuove molecole instabili chiamate “radicali liberi”. Queste ultime sono instabili perché incomplete e per tornare in equilibrio rubano l’elettrone mancante alle altre cellule, danneggiando e ossidando la struttura. I nuovi radicali liberi, a loro volta, danneggeranno altre cellule. In questo modo si scatenerà un meccanismo a catena.

Fisiologicamente l’organismo è dotato di sistemi difensivi, cioè di sostanze come vitamine e metalli che cederebbero l’elettrone mancante ai radicali liberi inattivandoli e ripristinando, in tal modo, l’equilibrio. Quando però, la produzione di radicali aumenta o l’organismo non ha adeguate riserve antiossidanti, si determina un danno, definito “stress ossidativo” che segna l’inizio della patologia. I radicali liberi, legandosi a molecole sia proteiche che lipidiche, possono essere responsabili di malattie dermatologiche e di perdita del pelo. Inoltre, la perossidazione lipidica sembra provocare steatosi epatica e patologie neurodegenerative, nonché cardiovascolari.

Come nell’uomo, anche nei cani e nei gatti i motivi della comparsa dello stress ossidativo sono da ricercare, in primo luogo, in un’alimentazione poco bilanciata.

Ma vanno tenuti in conto anche altri fattori. Ad esempio: quelli biologici, come le vaccinazioni, le parassitosi, le malattie infettive; oppure quelli mentali, come l’ansia o lo stress continuo, o un’attività sportiva eccessiva (un muscolo iperattivo, infatti, ossida il 2,5% dell’ossigeno).

Non è possibile avere un’idea esatta dello stress ossidativo o della quantità di radicali liberi presenti nell’organismo.

Lo stress ossidativo nel cane e nel gatto

A VOLTE BASTA CORREGGERE L’ALIMENTAZIONE DEL CANE E DEL GATTO

[penci_blockquote style=”style-2″ align=”none” author=”Gilda La Bruna, medico veterinario”]Personalmente negli animali, nel caso in cui mi trovo a diagnosticare una patologia di tipo dermatologica, prendo sempre in esame l’ipotesi di un accumulo di radicali liberi e molte volte mi accorgo di ottenere risultati soltanto correggendo l’alimentazione. Consiglio alimenti freschi e contenenti sostanze anti-ossidanti, come la vitamina A, la vitamina C, la vitamina E, la taurina, il potassio, il selenio, il molibdeno, il cromo, l’acido alfalipoico, ecc, oltre a sostanze fitochimiche. Perché ognuno di questi elementi ha un compito.[/penci_blockquote]

Alcuni esempi:

  • La vitamina E contrasta i radicali liberi che agiscono contro le membrane cellulari. Inoltre, a proteggere dall’ossidazione sono anche le vitamine A, C e quelle del gruppo B.
  • L’acido alfalipoico, oltre a essere importante per la rigenerazione del glutatione ridotto per la sua dimensione, è in grado di passare la barriera ematoencefalica andando a contrastare i radicali liberi presenti nei neuroni.
  • Il selenio è un minerale utilizzato dal nostro corpo per produrre il glutatione (glutatione perossidasi).
  • Il potassio serve all’ottimizzazione della pompa sodio-potassio (si trova nella membrana delle cellule) per la penetrazione nella cellula del glucosio.

L’alimentazione riveste un importantissimo ruolo, e può essere un valido aiuto nella terapia contro lo stress ossidativo nel cane e nel gatto.

Non dimentichiamo che gli animali in natura non si nutrono solo di carne, ma assumono nutrienti anche attraverso varie erbe e il pacchetto intestinale delle loro prede. Inoltre, usando un termine improprio, potremmo definire la fisiologia degli animali più “pura“ rispetto a quella umana e per questo risultano essere maggiormente sensibili all’uso di alimenti ricchi di conservanti.

Approfondimenti:

Se vuoi saperne di più sull’alimentazione di cane e gatto, leggi Il menu dei pet? Con la nutrigenomica è più naturale

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