Bloodhound, la storia del re dei segugi

di Redazione Quattrozampe

Bloodhound, la storia del re dei segugi

1 Chiamato anche “chien de saint hubert”, in onore del monaco Hubert, colui che diede vita a questo enorme segugione, il Bloodhound ha un aspetto unico e incomparabile, un fisico maestoso e possente avvolto in tantissima pelle lassa che ricopre di rughe il muso e il collo e rende inimitabile l’espressione di questo grande Segugio.

Il lavoratore dallo sguardo dolce

I suoi occhioni emanano una dolcezza in grado di intenerire anche il più duro dei cuori di pietra e l’espressione è fiera e malinconica allo stesso tempo. Le lunghissime orecchie, sottili e morbidissime, hanno un ruolo funzionale: convogliano gli odori provenienti dal terreno verso il suo pregiato naso, che è la parte fondamentale di questo Segugio, probabilmente il più fine dell’intero panorama cinofilo, e che può vantare più di trecento milioni di recettori! (si stima che il Labrador ne abbia circa duecentoventi milioni).

Segugio per antonomasia

2È costruito fisicamente per seguire una pista, infatti è importante che le caratteristiche sopraindicate non siano esasperate e che non diventino, quindi, un impedimento alle attività di lavoro del Bloodhound. È il più possente tra tutti i Segugi e seppur non sia l’emblema di agilità e sveltezza, deve poter mantenere un’andatura sostenuta per diverso tempo. È un cane dalle ancestrali origini, che fin dai tempi più remoti è stato utilizzato per cacciare. Discende dai Segugi neri o nero focati, soggetti vagamente simili al Bloodhound moderno, che il duca Francois Hubert allevava e utilizzava per la caccia. Durante un’uscita di caccia, il Duca ebbe un’apparizione e vide un cervo che si mostrò a lui con una croce luminosa tra le sue corna. Dopo quell’apparizione il Duca diventò monaco e continuò la selezione di questo grande Segugio insieme ai monaci dell’Abbazia di Saint Hubert. Ottennero un ottimo cane per la caccia alla grossa selvaggina che era molto presente nelle ricche foreste delle Ardenne. I monaci erano soliti regalare una volta all’anno i sei esemplari più dotati e più belli al Sovrano di Francia; viene per questo motivo definito un cane regale, oltre che per il suo aspetto sontuoso e maestoso. Il monaco Hubert fu poi proclamato vescovo, canonizzato e diventò santo patrono dei cacciatori.

Amato anche dai Normanni

Nell’XI secolo, grazie a Guglielmo il Conquistatore, il Bloodhound varcò i cancelli della corte inglese dove riscosse un grande successo. Con il passare dei secoli sbarcò in America, anche qui divenne molto popolare e si mostrò tristemente utile per la ricerca di schiavi fuggitivi.

 

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