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Fido ci osserva e non ci perde mai di vista

di Redazione Quattrozampe

Fido ci osserva e non ci perde mai di vista

Il cane ci guarda attentamente, sembra studiarci o comunque aspettare qualcosa da noi, e lo fa pressoché in modo continuo. Sdraiato nella sua cuccia o mentre sembra sonnecchiare o, ancora, quando gioca con la pallina: il cane non ci perde mai d’occhio. Per un animale caratterizzato da una socialità collaborativa così accentuata, conoscere i propri compagni di squadra è la prima delle esigenze. Per questo non ci si deve meravigliare se il cane anticipa sempre le nostre azioni, lui dopo un po’ ci conosce meglio di quanto noi stessi ci conosciamo.

 Sembra quasi preveggenza

Se sembra capace di preveggenza o di leggere il pensiero, è solo perché sa interpretare perfettamente i nostri movimenti: quando ci alziamo dal divano per uscire, il cane si mette a saltellare in preda all’entusiasmo più sfrenato se, viceversa, ci alziamo per andare in bagno non ci degna nemmeno di uno sguardo. Sono convinto che se mi facessero vedere un filmato dove sto eseguendo azioni che anticipano una certa attività – per esempio: mi alzo dalla sedia, smetto di scrivere al computer, ripongo gli occhiali, etc – il mio cane saprebbe interpretarle nel modo giusto, ossia agirebbe di conseguenza, al contrario io non saprei rispondere su cosa mi sto accingendo a fare. La relazione è, pertanto, per il cane una sorta di palestra di concertazione, il luogo cioè dove ci si conosce e si approfondisce l’intimità fino nei meandri meno accessibili della personalità, per costruire quella sintonia che sta al centro della collaborazione. Per collaborare, infatti, è necessario essere perfettamente allineati, sapere sempre la posizione del tuo compagno nel campo di gioco, capirsi al volo attraverso una comunicazione ridotta al minimo, aver maturato degli schemi di gioco che consentano triangolazioni perfettamente sincroniche, essere in grado di complementarsi.

Collaborazione: un’arte complessa

La collaborazione è un’arte complessa. Non basta desiderarla. Per collaborare è necessario un duro lavoro esercitativo, una palestra diuturna di prove e controprove, ma per farlo è necessario esserne motivati. Questo è il grande segreto del cane. Si sforza, ma non è un compito, s’impegna, ma non è una costrizione: è solo l’espressione del suo talento sociale. Attraverso lo sguardo, la relazione, l’affettività e il gioco, il cane esercita l’allineamento, cerca la sintonia e, purtroppo sovente, deve arrendersi di fronte all’accidia e al disinteresse del suo compagno a due zampe.

 

A cura di Roberto Marchesini, Direttore del Siua

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