I montaggi d’autore di Giorgia Monni
Per caso, un giorno, Giorgia Monni, grafico editoriale, nota un’analogia tra David Bowie e “Ragazzo con mela” di Raffaello. Così nelle pause di lavoro prova a sovrapporre la foto del personaggio a quella del quadro. I primi montaggi, dunque, nascono per gioco.
“Il risultato mi è talmente piaciuto”, spiega, “che ho creato una cartella ‘somiglianze’ e ogni volta che mi imbattevo in un ritratto che mi ricordava qualcuno, mi mettevo all’opera”, racconta lei.
Ciò accade nel 2014. Da qui l’idea di farne un vero lavoro e lanciarsi sul “mercato”. Questa volta, però, in modo trasversale, con qualcosa che potesse piacere un po’ a tutti e libera da qualunque “tifoseria”: gli animali.
“Quante volte davanti allo sguardo del migliore amico dell’uomo abbiamo pensato sembra umano! Ed è un valore aggiunto farlo su commissione, creando un cane come un Caravaggio, o un gatto come un Vigeé Le Brun”.

“Produco endorfine solo a sentire l’odore del legno e dell’antitarlo. Una palestra in casa i cui attrezzi sono però cacciaviti, martelli, chiodi, seghetti e carta vetrata. ‘Da grande’ vorrei avere un laboratorio dove aggiustare, sistemare e trasformare vecchie cose”.

“Nei mercatini portavo tutto questo materiale per rivenderlo e per pubblicizzare tra i curiosi la possibilità di vedere immortalato in quei ritratti anche il proprio cane o gatto, stancante, ma divertente raccontarmi a tutti gli sconosciuti di passaggio incuriositi dai miei lavori. Quindi passaparola, mercatini e un po’ di sano porta a porta nei negozi di animali, da veterinari, nelle librerie”.
Insomma, Giorgia, una nuova gavetta… Appunto, alla mia età, di nuovo la gavetta. Galeotto il mercatino, una giornalista di Repubblica.it si innamora dei miei quadretti e mi chiede se può pubblicarli. È primavera. Dopo dieci minuti dall’uscita sul web mi chiama il Corriere.it, mi vogliono anche loro. Poi altri siti dedicati agli animali… Un bel po’ di pubblicità. Sono in crescita, ma ancora il mio “gioco” non mi dà da vivere.
Che tipologia di ritratti puoi realizzare? In cosa consiste questa tecnica?

Qual è il formato più richiesto?
Il mediano 40×50 cm. Forse anche per una sorta di timore del tipo “intanto proviamo…”. Si tratta pur sempre di un elemento d’arredo “particolare” e capisco che magari possa creare qualche perplessità appendersi in casa gigantografie di Fido in panni umani, per quanto amato sia. I costi variano a seconda della dimensioni della stampa, del supporto scelto (carta o tela), della difficoltà dell’elaborazione.
Quanto ci vuole per realizzare un’opera? Come funziona, nel dettaglio?

Il plus valore di questa attività?
Mi piace pensare che quello che faccio possa servire, anche se in piccolissima parte, ad avvicinare grandi e piccoli all’arte. Suscitare curiosità negli interessati e spingerli a rivedere l’opera originaria, leggere notizie sull’autore, sul periodo storico. Hai animali in casa? Al momento no. Li ho avuti per gran parte della mia vita. Cani, molti e adorati. Dal Cocker (Pop) che mi ha visto nascere, gelosissimo di me e di mio fratello, al Setter (Lea) che ci veniva a prendere a scuola e che travestivamo da scolaro, al Pointer (Diana) trovato in campagna abbandonato dal suo padrone cacciatore perché aveva paura degli spari, all’Irish Wolfhound (Cristolu) al Pastore Maremmano (Laika). E insieme pesci, pulcini, tartarughe, papere e ovviamente gatti. I mici mi hanno scelto e poi io ho scelto loro.
di Maria Paola Gianni
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