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Premiare per insegnare: obbedire sarà un piacere

di Redazione Quattrozampe

premiare non punire

 

Seduto”, “terra!”, “vieni” ma anche camminare al guinzaglio restando al passo sono normalmente considerati “esercizi di base”, ossia quelli che vengono ritenuti indispensabili e che normalmente sono insegnati da subito al cane, in modo da essere sicuri di avere il controllo e di impedirgli di agire in modo inappropriato in qualunque circostanza. Non si tratta di imposizioni, ma semplicemente di istruzioni che permettano a noi esseri umani, più coscienti di lui delle regole e delle dinamiche del nostro consorzio sociale, di essere responsabili del suo operato. Sono anche le fondamenta di qualunque esercizio, complicato o semplice, che potremmo voler insegnare al nostro amico un domani.

Un segno concreto

Perché il nostro cane impari a rispondere in modo corretto a questi comandi di base, è necessario che ne capisca il significato. Ossia, deve sapere quali movimenti associare al suono. Inoltre l’esecuzione dovrà essere rapida, sicura e pronta, non svogliata. Si tratta di far sì che il nostro cane associ, come dicevamo, a un determinato suono (il comando vocale) un movimento o un comportamento specifico. Questo avviene tramite premi e gratificazioni concrete, come le coccole oppure un bocconcino gustoso.

Via quella faccia arrabbiata!

Se il nostro cane si allontana, non torna, scappa, sgridarlo non solo non serve, ma risulta anche controproducente: più gli facciamo paura, infatti, e più sarà restio a tornare. Certo, deve imparare ad ascoltarci, a fare quello che gli diciamo, perché in questo modo riceverà una gratificazione. Se lo puniamo quando si avvicina dopo che ci ha fatto arrabbiare la prossima volta potrebbe tardare di più a tornare. Questo vuol dire che quindi dobbiamo evitare di gridare, di essere minacciosi mentre il cane è lontano. Evitiamo anche di corrergli dietro: se ha paura scapperà più velocemente di noi, e se invece vuole giocare, di sicuro non lo prenderemo. Come si fa, allora? Dobbiamo cercare di attirarlo facendogli capire che sta meglio con noi che non senza di noi. Se abbiamo costruito con lui un rapporto basato sui premi e le gratificazioni, che gli fanno capire che a stare con noi ne trae beneficio e piacere, allora tornerà.

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