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Accattonaggio con animali: tra divieti e maltrattamenti

di Claudia Taccani

Accattonaggio con animali: divieti e maltrattamenti

L’accattonaggio con animali è una pratica vietata dietro la quale si nascondono ipotesi di maltrattamento

Ero in metropolitana, ho visto una persona seduta a terra a chiedere l’elemosina con un cucciolo, faceva molto caldo e l’animale sembrava davvero giovane, cosa posso fare?

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In questo spazio vogliamo rispondere a una domanda pervenuta allo sportello legale di Oipa Italia da una signora del centro di Milano per trattare una tematica ricorrente a livello nazionale: l’accattonaggio con animali.

Per legge in tante regioni italiane, tra cui anche la Lombardia, non si può fare la carità usando animali, per una serie di motivazioni.

Dietro tale pratica spesso si celano ipotesi di maltrattamento o di detenzione incompatibile dell’animale rispetto alle proprie caratteristiche etologiche.

Si pensi, ad esempio, al caso di un cane femmina, gravida, costretta a stazionare per ore sull’asfalto: in natura un cane non resta mai fermo per troppo tempo in un determinato posto, ma necessita, proprio per le sue caratteristiche etologiche, di muoversi per il territorio e soddisfare le proprie esigenze, evitando luoghi caldi e malsani. Oppure si pensi all’uso di cuccioli di pochi giorni allontanati dalla mamma precocemente e tenuti per ore in strada.

I cani usati per l’accattonaggio sono spesso senza microchip

Spesso, purtroppo, dopo i controlli della Polizia municipale o delle Guardie eco-zoofile, è emerso che gli animali usati per “strada” non sono dotati di microchip, imposto per legge, e quindi non si possono identificare, non risultano vaccinati, nè curati correttamente. Ecco perché molte leggi regionali e regolamenti comunali per il benessere degli animali vietano l’accattonaggio con animali, prevendendo sanzioni pecuniarie salate senza escludere la confisca dell’animale sfruttato.

La città di Milano, ad esempio, e per rispondere alla domanda iniziale, prevede nel proprio Regolamento Comunale di Tutela degli Animali il divieto di esibire, durante la pratica dell’accattonaggio, cuccioli di età inferiore ai quattro mesi, animali sofferenti per le condizioni ambientali in cui sono esposti, o comunque animali tenuti in modo da suscitare altrui pietà”.

Sanzioni e confisca dell’animale

In caso di violazione viene prevista la sanzione pecuniaria da un minimo di 100 euro a un massimo di 500 euro. La città di Roma fa un passo in più col proprio regolamento comunale, prevedendo un assoluto divieto di detenzione e uso di qualsiasi animale per l’accattonaggio irrogando, in caso di violazione, oltre che una sanzione pecuniaria salata, anche la confisca dell’animale.

Pertanto, il consiglio pratico, in caso di necessità, è quello di contattare le competenti autorità, come Polizia locale e Guardie eco-zoofile. Va poi detto che, in casi gravi, l’accattonaggio con sfruttamento di animale può anche comportare una responsabilità penale per maltrattamento dello stesso, punita dal nostro codice penale con la reclusione.

Info:
Claudia Taccani
Avvocato e responsabile Sportello legale Oipa
www.oipa.org

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