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Le colonie feline romane: i gatti randagi sono cittadini di Roma

di Stefania Piazzo

i gatti randagi di roma

Lo confesso. La mia padrona di casa è una gatta romana. Salvata da volontarie romane. Non potevo che declinare la parola “gatto” ribattezzando la piccola in “Mela Magnani”, prima, in onore del melo in giardino in memoria del mio primo cane, poi, per celebrare la grande Anna Magnani che racchiude lo spirito vivo di una città che ha amato, a partire dai felini di ogni età e “censo”, in particolare quelli che sfamava a San Lorenzo, noto quartiere della capitale.

CITTADINI DI ROMA

Era spontaneamente necessario.

Perché a Roma il gatto randagio è un cittadino. Certo, con diritti sempre da difendere e riconquistare. Ma chi accudisce, ricovera, salva, sfama, raccoglie, fa adottare gatti randagi o trovatelli, condivide qualcosa di sovraumano.

Un riflesso felino. Un benessere speciale. In un contesto unico al mondo.

LE COLONIE DELL’IMPERO FELINO

Le colonie feline romane: i gatti randagi sono cittadini di Roma

Non a caso Roma è la sede dell’ “impero” di colonie feline, le più grandi d’Europa. Questo dominatore del mondo, primo animale della globalizzazione poiché ha attraversato la storia dell’uomo, non poteva scegliere sede migliore di Roma e i suoi templi. Il suo impero spaziava dalla Romania del Mesolitico, all’Angola sino all’Egitto. Di recente, la rivista Nature Ecology and Evolution ha rivelato che i gatti rinvenuti negli scavi archeologici sono con noi dagli albori dell’agricoltura: una scoperta a cura della genetista Eva-Maria Geigl, per conto del Centro nazionale della ricerca scientifica francese, e dell’italiano Claudio Ottoni, che lavora in Belgio all’università di Lovanio.

GATTI CHE RIQUALIFICANO LE PERIFERIE

I gatti difendevano le scorte di cibo dalla presenza di roditori. Sulla terra così come sulle navi, viaggiando in modo globale dall’Asia meridionale fino all’Africa e all’Europa. Oggi siamo noi a difendere il connubio con questo felino speciale, che con noi condivide la vita sociale e culturale del presente, soprattutto a Roma. Si può partire da quella che è la più grande iniziativa pubblica recente, che accudisce amorevolmente i gatti non solo sotto colonne antiche, piramidi e altari pagani, ma che ridà dignità al territorio e a chi ci vive, persone e animali.

GATTOLAND FA RINASCERE LA MAGLIANA

È quella che si chiama Gattoland, zona della Magliana riqualificata, ex-campo rom e ora oasi per gatti randagi e trovatelli grazie all’Enpa e al suo progetto, condiviso dall’amministrazione capitolina, per trasformare la presenza e la cura degli animali in starter della riqualificazione ambientale. Gatti antidoto all’abbandono del territorio. È il primo progetto di questo tipo in Italia.

Gattoland, infatti, non è una “grande gabbia”, bensì un’oasi felina dotata di gattaiole per l’entrata e l’uscita libera degli animali, come spiega Maurilia Amoroso, volontaria dell’Enpa di Roma.

Non è solo una casa per i gatti randagi della zona, ma è come una sorta di ambulatorio post-degenza per quelli che hanno bisogno di particolari terapie, nonchè un punto d’appoggio per i trovatelli.

Inaugurata con Carla Rocchi, presidente nazionale di Enpa, e Paolo Selleri, presidente Enpa capitolina, i volontari della sezione romana l’hanno realizzata insieme al Comune di Roma e col supporto dell’associazione la Vela d’Oro, sostenuti dall’assessorato alla Sostenibilità ambientale e da Edgar Meyer (del suo staff), dalla commissione Ambiente, oltre che da Rosalba Matassa, quando era direttore del dipartimento Tutela Ambientale.

“BELLI IN MOSTRA”, VISTI E ADOTTATI

Ma snoccioliamo un po’ di numeri. Roma conta, nel suo insieme, circa 4.115 colonie censite dalla Asl. E più di 55.700 felini. Rispetto, tutela, identità e recupero che vuole anche dire una mostra coi ritratti di gatti (e cani) sequestrati a una accumulatrice di animali – e ora tutti felicemente adottati. Una mostra di sguardi e profondità (è allestita alla sala congressi del canile della Muratella), anche occasione per fare un appello alle adozioni (tel. 06.98875859 – https://www.canilidiroma.it).

i gatti randagi di roma

STERILIZZATIONI E PRESTAZIONI VETERINARIE GRATUITE

È grazie alla gestione del medico veterinario Rosalba Matassa alla direzione del dipartimento Tutela ambientale-Benessere animale, ora di nuovo in forze al ministero della Salute, che a Roma la microchippatura e le sterilizzazioni sono diventate programma a favore di associazioni e privati cittadini.

Un piano d’azione da 445mila euro in tre anni, con microchippatura e sterilizzazioni gratuite per famiglie con reddito Isee non superiore a 25mila euro, per chi ha la pensione sociale, per le associazioni riconosciute di volontariato, per chi ha un disabile in famiglia. L’aiuto riguarderà anche gli esami Fiv e Felv, vaccini e la degenza post-operatoria.

VERANO, LUANA E LA COLONIA PIÙ GRANDE D’EUROPA

Non a caso l’essenza “gatto” a Roma si declina in colonie storiche, inimmaginabili in nessun’altra parte del mondo. I felini del cimitero monumentale del Verano, per cominciare. Si tratta della più grande colonia d’Europa: 72 ettari che abbracciano quattro quartieri di Roma, da San Lorenzo a Tiburtino, con confini che passano per il Policlinico, l’Università e la tangenziale. “È l’area verde più grande della città dopo Villa Borghese”, spiega a Quattro Zampe Luana Stefani, folgorata 18 anni fa sulla via del Verano ed eroica protagonista della bonifica di quell’area. “Andai dall’allora direttore dei cimiteri capitolini, l’emergenza era sterilizzare. E il direttore mi disse: Costituisca un’associazione, potrete organizzarvi meglio. E quello cambiò per sempre la storia dei gatti del Verano. Luana intraprese una campagna di sterilizzazione a tappeto di sterilizzazione con la sua Animal Welfare-I gatti del Verano.

TUTTO INIZIA IN UNO SGABUZZINO

“Abbiamo iniziato sistemandoci in uno sgabuzzino, ex-spogliatoio dei giardinieri, poi abbiamo bonificato gli spazi fino a riempire di rifiuti e materiale abbandonato ben tre camion-compattatori dell’Ama. Ci siamo studiati la planimetria del cimitero Verano e delle aree verdi circostanti”, continua la presidente dell’associazione, “avevamo 550 gatti da registrare e sterilizzare!”. E in due anni Luana e i volontari sono riusciti nel miracolo.

INSTANCABILI VETERINARIE DELLA ASL

Le colonie feline romane: i gatti randagi sono cittadini di Roma

“Non abbiamo seguito il ‘fai da te’, era impossibile. Abbiamo dato il via a un progetto con la Asl, con le instancabili veterinarie Bellini e Fiocchi: due giorni a settimana erano dedicati agli interventi di sterilizzazione, catturavamo 20-25 gatti a settimana”.

NASCONO LE CAT-COTTAGE

Impresa titanica, storicamente senza precedenti quella della presidente Luana Stefani, che conta su una presenza stabile quotidiana di almeno due volontari, e sulle confortevoli Cat-Cottage, ossia delle piccole casette in muratura alle quali i gatti possono accedere tramite gattaiole per trovare riparo e cibo. Ed esibisce i numeri frutto di paziente lavoro, che non gode di contributi pubblici, ma solo di donazioni spontanee: “La popolazione felina riferita all’ultimo censimento, al 31 dicembre 2018, è di 432 gatti, ma c’è un trend di abbandoni in salita, abbiamo avuto fino a 90 soggetti come nuovi ingressi. Ogni aiuto è una benedizione”.

IL GATTO È PATRIMONIO “BIOCULTURALE”

Le dimensioni della colonia si traducono anche in numeri imponenti di cibo: 600 kg al mese. “Richieste di adozioni? Spero crescano. Per il cibo in passato abbiamo avuto, per un certo periodo, anche l’aiuto di alcune mense scolastiche. Averle avute ha fatto di certo la differenza”. Infine Luana aggiunge: “E il gatto è stato riconosciuto dal 2005 Patrimonio Bioculturale di Roma”.

MARZIA E I GATTI DELLA PIRAMIDE

Tutto, a Roma, è unico. Come il contesto della colonia felina della Piramide. Nata circa 30 anni fa, racconta Marzia Pacella, un’altra donna che nella capitale fa la differenza sul fronte sia privato che pubblico.

Prima con l’associazione di cui è presidente, “I gatti della Piramide”, e poi con l’Oasi felina comunale di Porta Portese, gestita dal 2003 dall’Arca onlus, della quale è direttore. “La colonia della Piramide”, racconta Marzia, tra una corsa in clinica veterinaria e un’urgenza continua, “che ho avuto in eredità da Matilde Talli, è una colonia privata gestita da un gruppo di volontari. I soggetti che seguiamo e accudiamo sono circa cinquanta, si tratta di una colonia riconosciuta che vive in un posto meraviglioso grazie anche alla proficua collaborazione con la direttrice del vicino cimitero Acattolico e della Soprintendenza”.

I GUARDIANI DI SHELLEY E MAFAI

Anche in questo caso, l’estensione è imperiale. La colonia, infatti, si estende fra lo scavo archeologico della Piramide Cestia e l’adiacente cimitero Acattolico, nel quartiere Ostiense-Testaccio. Tanto per ricordare alcuni ospiti del cimitero: Antonio Gramsci, Carlo Emilio Gadda, i poeti romantici inglesi John Keats e Percy Bysshe Shelley, ma anche Gregory Corso, l’attrice Belinda Lee Myriam Mafai, Arnoldo Foà, Axel Munthe e Luce D’Eramo.

I circa cinquanta guardiani felini del cimitero vengono sfamati due volte al giorno, 365 giorni l’anno. Una decina di volontari si alterna quotidianamente, anche nelle festività. “I nostri gatti sono abbastanza conosciuti e le loro storie sono seguite attraverso i post della pagina facebook. A Piramide sembra ci sia l’elisir di lunga vita: di recente, infatti, ci ha lasciato Camilla di ventitré anni e Rocky Balboa, di diciannove.

La colonia, comunque, cresce, un po’ perché ce li lasciano, abbandonandoli, e un po’ perché, quando possiamo, aiutiamo quelli in difficoltà o che vivono in luoghi pericolosi. Lo facciamo solo in questi casi, altrimenti rispettiamo il diritto al territorio di ogni gatto che non va spostato se non per gravi motivi”. “È una sorta di casa all’aperto”, spiega ancora Marzia, “l’associazione vive grazie alle donazioni e ai nostri appuntamenti annuali dei cat-mercatini, con interventi di veterinari, scrittori, vip e animalisti per sensibilizzare e diffondere la cultura felina”.

gatto randagio

PORTA PORTESE, L’OASI FELINA DEL COMUNE

La passeggiata “gattesca” non finisce qui. Perché c’è Porta Portese, oasi felina del Comune di Roma. Se ne occupa ancora da anni l’Arca onlus, l’associazione di Marzia. Anche per i 250 gatti di questa struttura la sterilizzazione è la prima missione. I mici vengono mandati qui dall’ufficio Benessere e tutela animale del Comune, in stretta collaborazione con la Asl del canile sanitario di Muratella, si tratta di gatti che hanno subìto incidenti, o che sono stati salvati da situazioni di strada pericolose, o si sono smarriti e non più ricongiunti coi proprietari. “L’attività non è, però, solo garantire salute e sopravvivenza dei nostri amici gatti, ma soprattutto adottare. In questo siamo anche aiutati dalla nostra comportamentalista Costanza De Palma”.

VALLEGRANDE, FIUMICINO E LIBANO, FELINI SENZA CONFINI

I nostri (a)mici sono accuditi con passione anche se arrivano da Fiumicino, proprio come la mia Mela Magnani, adottata dal gattile di Vallegrande e recuperata grazie all’intervento della volontaria Margherita de Gasperis, dopo che era rimasta ferita agli arti posteriori.

E anche oggi che Margherita lavora in Libano non rinuncia a fare appelli per l’ingresso in famiglia dei gatti randagi di Beirut, sperando possano trovare un casa nella nostra Capitale. È proprio il caso di dire che questi compagni sornioni sono cittadini di un impero senza confini.

Indirizzario web:

  • Visita il sito web de I gatti del Verano, dove troverai informazioni sulle donazioni
  • Pagina Facebook: i gatti del verano-animal welfare onlus.
  • Visita il sito web per informazioni sulle prestazioni meico-veterinarie gratuite a Roma

Approfondimenti:

Se vuoi scoprire di più sulle colonie feline di Roma, leggi La Casetta dei Gatti, un’oasi per i mici di Roma

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