Pubblicità
Pubblicità

Ostruzione delle vie urinarie nei gatti

di Redazione Quattrozampe

Molteplici sono i problemi a carico delle basse vie urinarie. Un’ostruzione alle vie urinarie può quindi insorgere per diverse cause. Le più frequenti sono le cistiti emorragiche e la cristalluria, con formazione di “tappi” che vanno a ingombrare l’uretra. Nel gatto maschio ciò può provocare ostruzione acuta. Ciò si spiega con la conformazione dei genitali esterni del micio: il pene fatto a cono comporta un restringimento del tratto finale dell’uretra, nel quale la progressiva deposizione di cristalli, sangue raggrumato o muco-pus, può creare i “tappi”. L’uretra femminile, non compressa dal pene, è più larga ed elastica, per cui la sua ostruzione è praticamente impossibile, a meno di concomitante presenza di masse che la restringano.

L’importante è controllare il comportamento del micio e intervenire per tempo. Il proprietario, in genere, si accorge del problema vedendo il gatto che va spesso sulla lettiera senza riuscire a urinare o facendo frequenti piccoli schizzi accompagnati da lamenti. Questa è un’urgenza vera: la ritenzione vescicale è dolorosissima e può provocare una insufficienza renale acuta che, unitamente al pericolo di rottura delle vie urinarie, mette a rischio la vita.

Il veterinario, stabilita una terapia per il controllo dello spasmo e del dolore, procede (con o senza sedazione) alla cosiddetta “manovra di retropulsione” del materiale occludente. Cerca cioè di respingere il tappo in vescica, per sbloccare il flusso. Per farlo si usano sondini o cateteri tramite i quali si iniettano a pressione varie soluzioni tiepide. Tale manovra, non semplicissima, per lo più riesce, ma spesso non è definitiva.

Nei casi in cui si abbiano frequenti recidive, il chirurgo ricorrerà a intervento di “uretrostomia perineale”: si apre il pene esteriorizzando l’uretra e, dopo aver reciso le connessioni muscolo-legamentose tra pene e bacino, si sutura l’uretra stessa ai margini di un’ampia apertura prima svolta nell’area del perineo, creando così una sorta di “vulva” artificiale, attraverso la quale l’urina (pur inquinata da cristalli o coaguli), potrà fuoriuscire.

Importante il post-operatorio: il gatto, leccandosi, potrebbe creare infiammazione e conseguente chiusura dei margini, per cui sarà assolutamente indispensabile il collare elisabettiano per un paio di settimane.

Di Alessandro Arrighi (Riproduzione vietata)

Foto Shutterstock

Pubblicità

© Riproduzione riservata.