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Primo settembre: riapre la caccia

di Redazione Quattrozampe

Primo settembre

Con l’arrivo del primo settembre non terminano solo “ufficiosamente” le vacanze, ma anche la quiete (per le nostre orecchie che sentiranno di nuovo gli spari) e la pace. Infatti l’incubo ricomincia per alcune specie di uccelli meno fortunate già da oggi, mentre per tutti gli altri animali nella seconda metà del mese.

I fucili riprendono a sparare dal primo settembre

Ancora una volta la fine dell’estate si preannuncia triste per la fauna selvatica. In tutta Italia è prevista la riapertura della stagione venatoria a partire dal 18 settembre e fino alla fine di gennaio. Oltre quattro mesi di uno “sport” che costerà la vita a milioni di animali indifesi per la gioia degli oltre 700mila cacciatori registrati in Italia. Un numero in costante discesa ma che comunque rappresenta una potente lobby che riesce a influenzare la politica e le decisioni di amministrazioni locali, comuni, province e regioni.

Perché “loro” amano la natura

A dimostrazione di questo, anche quest’anno molte regioni italiane hanno previsto l’apertura anticipata della stagione venatoria a oggi 1 settembre per alcune specie meno fortunate di uccelli. La legge prevede che la caccia possa essere aperta prima del previsto solo in circostanze eccezionali, ma questa pratica ormai è diventata una consuetudine che si ripete ogni anno con buona pace delle Direttive Comunitarie e dei principi scientifici sulla tutela della fauna.

C’è una novità… il cinghiale braccato

Tra le novità di quest’anno, la Regione Abruzzo ha autorizzato la caccia al cinghiale con la tecnica della “braccata”, una tipologia di caccia nella quale una nutrita muta di cani spinge il cinghiale in luoghi dove sono appostati i cacciatori per l’abbattimento. Una forma di attività venatoria alquanto crudele oltre che pericolosa, in quanto non di rado i cani si scontrano con gli ungulati, riportando ferite da lacerazione, da sfondamento, fratture scomposte ed esposte, non di rado ”trattate” in loco dai cacciatori stessi come se fossero dei veterinari; dal canto loro i cinghiali, sfiniti e feriti, finiscono per raggiungere le doppiette appostate pronte ad ucciderli. Tra l’altro, questa tecnica è stata definita inefficace e dannosa dalla risoluzione approvata due anni fa alla Camera, Commissione Agricoltura, (8-00085) in quanto ” ha determinato negli anni una destrutturazione della piramide di età, agevolando l riproduzione degli esemplari più giovani, abbattendo i capi adulti con più di due anni di età”.

Vuoi saperne di più?

Comincia un periodo infausto quindi, e la Lega Nazionale per la Difesa del Cane lancia la sua campagna di sensibilizzazione contro questo “sport” di sangue. Se vuoi approfondire l’argomento è scaricabile il comunicato stampa relativo, a questo collegamento.

 

 

 

Immagini da Shutterstock.com

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