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Terremoto: l’Italia dei soccorsi

di Redazione Quattrozampe

Terremoto

Farne il conto è quasi impossibile, perché per il terremoto che ha colpito il centro Italia si è mossa tutta la nazione.

Coordinati dalla Protezione Civile, Vigili del fuoco, Soccorso alpino, Corpo forestale dello Stato, Polizia di Stato e polizie locali, Croce Rossa Italiana e moltissimi altri operatori del soccorso pubblico e privati continuano a inviare unità operative, mezzi di soccorso e scavatrici, unità cinofile ed elicotteri, dandosi i turni, considerando il lavoro estenuante al quale uomini e animali sono sottoposti per giorni e giorni.

Nei palazzi istituzionali rimbomba il frastuono alla ricerca di colpevoli, incurie e giudizi, ad Amatrice e Accumoli.

Si è scavato col terrore che la terra continuasse a tremare sotto i piedi, con scosse che si sono susseguite di magnitudo 3.5 e anche più potenti.

TerremotoFra i primi ad arrivare quella notte del 24 agosto sono stati i Vigili del Fuoco e il Corpo Forestale dello Stato.

All’inizio erano in pochi, quelli delle unità più prossime che erano riusciti a raggiungere i siti. Le descrizioni dei primi soccorritori testimoniate dai messaggi ai loro colleghi sui social sono agghiaccianti.

Buio pesto, silenzio spettrale alternato da fievoli lamenti e urla di chi è rimasto incastrato, e macerie ovunque.

Gente sbandata per strada, vie e accessi chiusi perché crollati. Ogni ora che passa potrebbe comportare una vita in meno.

Poi giungono i rinforzi e con loro i primi piani organizzativi.

Le unità cinofile sul luogo del terremoto

Alle luci dell’alba l’arrivo in massa dei mezzi polifunzionali, unità cinofile con Pastori Tedeschi, Pastori Belgi, Grigioni, Labrador, Border Collie e meticci.

Anche per le unità cinofile le prime 48 ore sono essenziali. Gli odori sono ancora distinti e ciò rende più probabile individuare segni di vita persino a diversi metri di profondità.

Ed è questa l’unica ricompensa delle unità di soccorso, il sorriso di un uomo coperto di calcinacci, il braccio alzato in segno di vittoria di un altro trasportato in barella, l’abbraccio di un padre o una madre al proprio glio appena estratto dalle macerie, le lacrime di ringraziamento di un’anziana che recupera il suo fedele amico a quattro zampe.

E per i cani addestrati al salvataggio un biscottino. Per loro è un gioco, ma salvano vite umane.

 

 

 

A cura di Rita Dietrich
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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