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Il gatto nel corso della storia

di Maria Paola Gianni

Gatto nella storia

Il gatto, il micio o il felino di casa, che dir si voglia, è probabilmente l’animale più ricorrente nel mondo della cultura. Ed è anche l’animale domestico preferito dagli italiani. Tante le domande a lui legate nella storia felina e gattofila. Perché, ad esempio, per gli antichi egizi era un semidio? E cosa c’è dietro il gatto nero e la stregoneria? Chi sono i grandi della storia appassionati del felino che fa compagnia a milioni di famiglie italiane? Gatto-nella-storia (1)A dare gran parte di queste risposte è stata la mostra “Il Gatto e l’Uomo” tenuta alcune settimane fa alla Gran Guardia di Verona: la prima in Italia ad aver indagato sull’enigmatico rapporto con l’animale di casa più misterioso e numeroso (se ne contano 7,4 milioni i gatti in Italia). L’evento, patrocinato dal Comune e dalla Provincia di Verona e Anfi (Associazione Nazionale Felina Italiana) è stato realizzato dall’Associazione di protezione ambientale Movimento Azzurro e Cats Museum di Cattaro (con il sostegno di Prolife, Italpet, Consorzio Tutela Vini Soave e Consorzio Tutela Vino Lessini Durello). Un successo senza precedenti che ha spinto gli organizzatori a replicarla in altre parti d’Italia e d’Europa.

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Il gatto nella storia: sempre nelle nostre case

“Il gatto è l’animale più presente nelle nostre case e allo stesso tempo il più imprevedibile, imperscrutabile e misterioso compagno di vita dell’uomo”, commenta il curatore della mostra e direttore del Cats Museum, Pier Paolo Pazzi. “Dopo trent’anni di mostre feline”, aggiunge l’ideatrice della mostra, Costanza Daragiati Farinelli, era per me quasi un dovere cercare di indagare su un rapporto particolare, molto diverso rispetto all’altra grande passione degli italiani: il cane. Una mostra la cui prima tappa è a Verona e che contiamo di sviluppare e portare in altre città italiane ed europee”.

Pitture, immagini e icone

Venti sono le sezioni tematiche filologiche tra il gatto e l’uomo con fatti, aneddoti, credenze, passioni e curiosità, raccontate attraverso decine di pitture, immagini, icone e centinaia di testimonianze nei secoli tra dipinti, fotografie, stampe antiche e pezzi vintage provenienti anche dal Cats Museum di Cattaro (Montenegro), da collezionisti privati, dal Museo Correr e Ire di Venezia.

Nell’Antico Egitto

Gatto-nella-storia (2)È stato forse il miglior periodo della storia del gatto. Nel tremila a.C. gli egiziani avevano capito l’importanza dei gatti contro i topi in difesa del grano. Non solo. Femmina dalla testa di gatto, Bastet fu tra le più venerate divinità della religione egizia. Inizialmente associata al calore e alla potenza del Sole, con l’influenza greca la dea gatta divenne oggetto del culto lunare. La devozione per questa divinità nel regno dei faraoni si estese anche ai gatti comuni che, divenendo animali sacri, venivano protetti dalla legge. Alla dea Bastet, inoltre, era dedicata la giornata del 31 ottobre (il nostro Halloween) con canti e balli che coinvolgevano tutto l’impero. Tenere un gatto in casa era, per gli egizi, fonte di benevolenza da parte degli dei. Quando un gatto di casa moriva, i familiari si radevano le sopracciglia in segno di lutto e davano degna sepoltura con imbalsamazione. Uccidere il gatto in modo deliberato comportava quasi sempre la pena capitale, mentre il rito funebre per il gatto dipendeva dalle disponibilità della famiglia che lo aveva ospitato.

Stregoneria nel Medioevo

Gatto-nella-storia (4)L’Oscurantismo e i drammi della storia colpivano l’uomo ma ancor più i gatti. È il caso del Medioevo, quando nei riti religiosi al contrario il gatto era un capro espiatorio per la stregoneria. Quello nero in particolare era nientemeno che messaggero di Satana e metamorfosi delle streghe. La riabilitazione (parziale) del gatto nero arriva dalla Francia, dove rappresenta un portafortuna. Alla mostra di Verona, gatti neri a scuola augurano buon anno in una cartolina francese del 1920.

Dall’imperatrice Teodora a Petrarca

Anche i personaggi famosi della storia non resistono al fascino ambivalente del gatto: dolce e crudele, attraente e pericoloso insieme. L’imperatrice bizantina Teodora, ad esempio, fece lavorare una scodella d’oro tempestata di gemme dove far servire il cibo alla sua gatta e anche Francesco Petrarca amò così tanto la sua compagna felina che fu ‘seconda solo a Laura’, come recita un’iscrizione marmorea a lei dedicata.

Prima Guerra Mondiale

Gatto-nella-storia (3)Sono 7,4 milioni i felini che tengono compagnia agli italiani, ma il gatto non è solo l’animale domestico più popolare. In occasione del centenario della Prima Guerra Mondiale tenuto lo scorso anno, oltre 200 immagini parlano del gatto nel conflitto come protagonista di messaggi augurali e nella satira, ma anche nel ruolo di mascotte dei reggimenti.

Porta (s)fortuna?

Che sia buona o cattiva, il colore della sorte è il nero. Era il 1649 quando l’adorato gatto nero di Re Carlo I d’Inghilterra morì, dandogli un terribile presagio della sua imminente decapitazione. Da allora il gatto nero è stato additato come portatore di sfortuna e sciagure in buona parte del mondo occidentale, ma non in Scozia e Gran Bretagna, dove rappresenta buona sorte e prosperità.

Dalla peste a Venezia al salvataggio

E anche i gatti combatterono contro la peste a Venezia, nel 1300. Dall’Oriente oltre alle merci si presentò purtroppo la morte, travestita da topo nero. Le vittime furono moltissime, nonostante per dare man forte ai gatti locali i veneziani avessero importato i più combattivi soriani da Siria e Palestina. I gatti sono da sempre alleati preziosi e discreti degli umani, prima in difesa del grano (dai topi) e poi con imprese quasi leggendarie. Come l’immagine, nel 1960, in evidenza su ‘La Domenica del Corriere’.

 

di Maria Paola Gianni
foto Cats Museum di Cattaro
immagine di apertura Shutterstock.com 

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