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Freddo e pet: quello che c’è da sapere per proteggerli al meglio

di Redazione Quattrozampe

Freddo e pet: quello che c’è da sapere per proteggerli al meglio

Durante l’inverno non siamo solo noi umani a soffrire il freddo, ci sono anche i nostri piccoli amici a quattro zampe, malgrado siano dotati di pelo. Le basse temperature, gli sbalzi termici e le correnti d’aria possono influire sul loro stato di salute causando stress organici, con abbassamento delle difese immunitarie o l’insorgenza di infezioni batteriche.

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La termoregolazione

I cani e i gatti sono animali omeotermi (dal greco omos che significa uguale e termos che significa calore), sono, cioè in grado di controllare e mantenere costante la temperatura corporea anche al variare delle condizioni ambientali esterne.

Il calore corporeo è prodotto principalmente dal metabolismo basale grazie a una serie di reazioni chimiche che però comportano un grande dispendio energetico. Questi meccanismi nei cuccioli fino a due settimane di età non sono presenti ed è per questo motivo che, per scaldarsi a vicenda, stanno molto vicini tra loro. Dopo la terza settimana di vita diventano omeotermi autonomi con una temperatura corporea che varia tra i 39-39.5°.

Freddo e pet: cane e gatto sotto la neve

L’ipotermia e i suoi rischi

La temperatura corporea normale di un cane adulto si aggira intorno ai 38-39° C. Quando la temperatura rettale scende al di sotto dei 37.5° C allora si parla di ipotermia. Si verifica quando il corpo di un animale non è più in grado di mantenere la temperatura normale, provocando una depressione del sistema nervoso centrale (Cns). Si distinguono tre tipi di ipotermia: lieve, moderata e grave. In questo stato la gittata cardiaca diminuisce e la viscosità del sangue aumenta, diminuendo così la quantità di ossigeno che viene apportata ai tessuti.

L’ipotermia è una vera e propria emergenza veterinaria soprattutto in cuccioli e gattini, nei soggetti anziani e in quelli malati. Se non viene presa per tempo l’animale può rischiare la morte. La terapia più tempestiva è il riscaldamento progressivo senza però andare a riscaldare gli arti altrimenti si rischia un’ulteriore vasodilatazione periferica che andrebbe a peggiorare la situazione. Inizialmente è consigliabile concentrarsi su addome e torace. Se il caso è molto grave si utilizza la somministrazione per via endovenosa di liquidi tiepidi o clisteri di acqua tiepida con temperature tali da non provocare lesioni.

Come combattono il freddo cani e gatti

  • Con il percepire del freddo i vasi sanguigni dei tessuti periferici si contraggono e in questo modo il calore dissipato è minore poiché il sangue si raffredda di meno scorrendo in superficie solo in piccole quantità;
  • Il mantello del cane in inverno tende a infoltirsi e si allunga aumentando l’isolamento termico imprigionando aria che rimane calda proprio vicino alla cute;
  • La contrazione dei muscoli orripilatori posti alla base dei peli né aumenta l’erezione aumentandone lo spessore;
  • L’animale che ha freddo per scaldarsi mette in atto il tipico atteggiamento del raggomitolamento che riduce la superficie corporea esposta.

Chi soffre di più il freddo?

Tutti i cani e i gatti soffrono il freddo, ma non tutti lo soffrono allo stesso modo: un animale giovane e di taglia grande, sopporta meglio l’abbassamento della temperatura; quello più anziano e di taglia minore patisce maggiormente le basse temperature. Cuccioli, giovani sotto i sei mesi, anziani, soggetti malnutriti, soggetti con patologie cardiache e respiratorie, pazienti con patologie ormonali sono i soggetti più a rischio, perché hanno maggiori difficoltà a regolare la loro temperatura corporea.

I cani di taglia piccola e nana (Bassotti, Chihuahua ecc.) sono ad alto rischio di ipotermia in quanto hanno un’alta capacità di dissipazione del calore. I soggetti anziani e quelli malati hanno bisogno di maggiori accortezze in quanto possiedono difese immunitarie molto più basse e rischiano di contrarre malattie e infezioni molto più facilmente.

La dispersione di calore è maggiore se il clima è ventilato o quando il cane è bagnato. E’ opportuno asciugarlo bene a livello della cute evitando, così, che il sottopelo rimanga umido. Anche le zampe e i cuscinetti andranno asciugati molto bene per evitare che i nostri amici si intossichino con il sale e con gli altri agenti chimici usati per contrastare il gelo, oppure si lacerino o si creino delle microlesioni.

Non solo la taglia, ma anche il pelo comporta un fattore di rischio per cani e gatti. Cani con il pelo corto o raso (Beagle, Dobermann, Boxer, Rottweiler, ecc) soffrono maggiormente il freddo rispetto a quelli con il pelo lungo (Golden Retriever, Bovaro del Bernese, Terranova, ecc.) e quelli col sottopelo morbido, lanoso e fitto proprio delle razze nordiche (Siberian Husky, Alaskan Malamute) in quanto, in queste razze, il mantello fungerà da isolante.

Per cani e gatti che vivono all’aperto

  • Devono avere un luogo asciutto e senza correnti per dormire e rifugiarsi;
  • La cuccia deve essere abbastanza grande perché il cane possa starvi comodamente seduto e possa anche sdraiarsi. Dovrà essere costruita in plastica o legno evitando il metallo in quanto non isola. Va collocata a qualche centimetro da terra; l’ingresso dovrebbe essere coperto con della tela impermeabile o con plastica pesante. Il pavimento va ricoperto con paglia e magari anche con una coperta, che avrete cura di cambiare spesso;
  • Quando fa freddo gli animali che vivono all’aperto potrebbero andare a dormire sotto le automobili. Prendete la buona abitudine di dare dei colpi leggeri sul cofano prima di partire, in modo da dare una possibilità di fuga;
  • Usate ciotole in plastica per cibo e acqua: la lingua del cane potrebbe attaccarsi alle ciotole in acciaio e congelarsi.

Di Valentina Maggio
Foto Shutterstock

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