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Affidiamo Fido a un professionista

di Redazione Quattrozampe

Affidiamo Fido a un professionista

Proprietari di cani o gatti, o di altri cari amici animali domestici, almeno una volta nella propria vita hanno avuto l’esigenza di affidare, anche temporaneamente, il proprio pet ad una terza persona o a una struttura. In questi casi ci si può affidare all’aiuto di un parente o amico fidato ma, quando manca tale possibilità, ecco che si pensa a una concreta alternativa. La pensione per cani e la figura del dog & cat sitter esistono da parecchi anni e rappresentano oramai una attività professionale. Ci sono, infatti, svariate figure: dal “dog sitter” che trasporta Fido in auto, sempre nel rispetto del Codice della Strada, per portarlo dal toelettatore di fiducia o dal veterinario, al “cat sitter” che tiene con sé Micio o quotidianamente si reca in casa del cliente per somministrare cibo e acqua e provvedere ovviamente alle coccole. Fino, poi, ad arrivare alle strutture di pensioni per cani, dove i nostri amici possono divertirsi e godere della compagnia di altri pelosi.

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CONTRATTO DI DEPOSITO E CUSTODIA DEL CANE

1In tutti questi casi, giuridicamente, sussiste un rapporto tra le parti che rientra nella tipologia del contratto di deposito, a titolo oneroso, disciplinato dagli artt. 1766 e seguenti del Codice Civile: “Il deposito è il contratto col quale una parte riceve dall’altra una cosa mobile con l’obbligo di custodirla e di restituirla in natura”. La persona che prende in custodia il cane, o qualsiasi altro animale, cosiddetto “depositario”, deve custodirlo con la diligenza del buon padre di famiglia, pertanto è responsabile per eventuali danni subiti dall’animale, se questo perisce o subisce lesioni, e ha l’obbligo di risarcire il proprietario, per i danni materiali e morali derivanti dalla perdita o danneggiamento dell’animale. Interpretazione confermata anche dai giudici, con orientamento favorevole nel riconoscere, nel contratto di “dog sitting”, una responsabilità per tutti i danni subiti dall’animale in occasione del contratto di custodia. Così, ad esempio, è accaduto nel caso di un cane lasciato in pensione da due coniugi che dovevano andare in vacanza, il quale, purtroppo, è stato custodito male: il cucciolo, probabilmente, cercando di fare una buca sotto la rete del recinto in pensione, ha riportato gravi lesioni che gli hanno cagionato la morte. I poveri coniugi contestano al responsabile della pensione una custodia non idonea e lo citano in tribunale per ottenere il risarcimento dei danni subiti. Il Giudice civile di Rovereto condanna i gestori della pensione: “Lo Stato, è consapevole del legame che si instaura tra l’animale e il suo padrone, rapporto che non può essere limitato al solo profilo affettivo e nel quale si inserisce una di quelle attività realizzatrici della persona umana che la stessa carta costituzionale tutela all’art. 2”. Il rapporto affettivo per l’animale viene riconosciuto dal giudice a livello costituzionale e la violazione è fonte di risarcimento.

 

di Claudia Taccani, avvocato Oipa Italia onlus, articolo scritto in collaborazione con Paolo Roggero

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