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Reati contro gli animali, approvata la nuova legge

di Stefania La Malfa

Mai più reati contro gli animali come quello di legare un cane a una catena
Legare un cane a una catena è uno dei erati contro gli animali sanzionato dalla nuova legge

Pene più severe, sino al carcere, sono le misure per i reati contro gli animali previste nel Ddl approvato in Senato in via definitiva

Una nuova legge in 15 articoli inasprisce le pene per i reati contro gli  animali: le norme più severe contro la violenza nei confronti degli animali sono previste dal disegno di legge “Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni per l’integrazione e l’armonizzazione della disciplina in materia di reati contro gli animali”.

Un uomo picchia un cane con un bastone, tenendogli ferma la testa con una mano
La nuova legge inasprisce le pene anche contro i maltrattamenti

Gli animali diventano soggetti

La nuova legge che prevede pene più severe per chi commette reati contro gli animali introduce una prima importante novità: gli animali diventano soggetti. L’obiettivo della nuova legge è, quindi, quello di “tutelare direttamente gli animali” e non più il “sentimento per gli animali” da parte degli esseri umani.

Secondo quanto sottolineato da quasi tutti gli esponenti della maggioranza, gli animali sono, così, messi “al centro delle tutele giuridiche, riconoscendo i loro diritti in modo indipendente dal nostro modo di percepirli”.

Composta da 15 articoli, la nuova legge segue la scia della riforma dell’articolo 9 della Costituzione che ha riconosciuto agli animali uno specifico valore giuridico e ha stabilito l’obbligo di tutelarne il benessere da parte dello Stato.

Un gruppo di gattini rinchiusi in una gabbia
Tra i reati contro gli animali, anche quello di usare pellicce di gatti domestici

Reati contro gli animali, pene più severe

Tra le altre novità introdotte dalla nuova legge sui reati contro gli animali c’è l’inasprimento delle pene: chi uccide un animale rischia il carcere da 6 mesi fino a 4 anni e una multa fino a 60.000 euro; gli organizzatori di eventi o competizioni in cui gli animali sono sottoposti a violenze saranno sanzionati con una multa da 15.000 a 30.000 euro; in caso di combattimenti tra animali, per chi li organizza si passa dai 2 ai 4 anni di reclusione, con sanzioni fino a 30.000 euro per chi vi partecipa.

La nuova legge inasprisce le pene anche in caso di maltrattamento: si rischiano fino a 2 anni di reclusione e non sono più previste sanzioni pecuniarie alternative. È poi introdotto il divieto di “abbattimento degli animali coinvolti, che dovranno rimanere sotto custodia fino alla fine del processo”.

Utilizzare pellicce di gatti domestici per fini commerciali è vietato, così come legare i cani alla catena. Per quanto riguarda le specie protette, l’uccisione, la cattura o la detenzione sono punite con l’arresto da 3 mesi a 1 anno con ammenda fino a 8.000 euro. Infine, il traffico di cuccioli è punito con la reclusione da 4 a 18 mesi e una multa da 6.000 a 30.000 euro.

Un cane abbandonato con il muso appoggiato a una rete di un cancello
Le organizzazioni che tutelano gli animali hanno accolto in maniera diversa la nuova legge

Organizzazioni divise sulla nuova legge

Le organizzazioni che si battono per la tutela degli animali appaiono divise sul testo della nuova legge approvata per contrastare i reati contro gli animali. Mentre l’Enpa accoglie con soddisfazione l’approvazione della legge, la Lav si attendeva interventi più incisivi in relazione alle pene, come si legge sui rispettivi siti:  

“È il miglior risultato possibile – afferma Carla Rocchi, presidente nazionale Enpa – nelle condizioni presenti. In un momento in cui questo governo continua a colpire duramente la fauna selvatica, spalanca la porta alla caccia e non vuole nemmeno discutere dell’abolizione degli animali nei circhi, questa legge rappresenta una conquista. Che sia passato un inasprimento delle pene è un fatto importante.

Si tratta di un provvedimento atteso da anni, che recepisce l’articolo 9 della Costituzione, laddove si afferma che la Repubblica tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi anche nell’interesse delle future generazioni. Un passo concreto verso un sistema giuridico che riconosce agli animali una tutela autonoma e reale. Oggi è una giornata buona per chi crede nella giustizia anche per gli animali”.

“Nonostante le tante modifiche positive e innovative suggerite proprio da noi di LAV, derivate da venti anni di lavoro sul campo con la magistratura italiana e le forze di polizia per contrastare i maltrattamenti sugli animali, la nuova Legge non sarà, nel complesso, in grado di garantire un soddisfacente passo avanti per una maggiore protezione degli animali”.

Per approfondire

Ansa.it

Enpa.org

Lav.it

© Riproduzione riservata.

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